c'è crisi

Ztl a Roma, "va sospesa". L'appello dei negozianti per le feste di Natale

Damiana Verucci

Negli ultimi due anni quattrocento negozi, in centro, hanno già chiuso i battenti. Pandemia, crisi, inflazione e ora il caro bollette stanno decimando le attività, molte delle quali, fa sapere Federmoda Confcommercio, «non riescono a rientrare dei prestiti contratti con le banche».

Ora che sta per arrivare il periodo natalizio, quello più redditizio per il commercio su strada, l'incubo si chiama Ztl. Il Comune non ha intenzione di arretrare di un millimetro rispetto al piano di mobilità festivo già sperimentato lo scorso anno: dal week end dell'Immacolata a dopo la Befana tabelloni accesi anche il sabato, la domenica e i giorni festivi che cadono in mezzo alla settimana e con ogni probabilità le lancette dello stop alle auto che si spostano dalle 18 alle 19.

  

«Una follia - chiosa Massimo Bertoni, Presidente Federmoda Confcommercio - abbiamo avuto un incontro con l'assessore alla mobilità Patanè facendogli presente le nostre esigenze e chiedendogli quanto meno di lasciare la situazione delle chiusure così come è, senza bisogno di inasprirle. La risposta però è stata quasi disarmante, in pratica ci sono troppe auto che girano, quindi bisogna chiudere». E per i commercianti, cosa significa? Le perdite medie, ogni fine settimana, si aggirerebbero intorno al 40%, dice ancora Bertoni. Che punta il dito anche sul fatto che le misure adottate lo scorso anno dall'Amministrazione per incentivare i romani a recarsi comunque in centro e fare shopping, ad esempio i taxi gratuiti per alcune categorie o i bus sostitutivi, non sono servite a nulla. Misure che con molta probabilità saranno replicate.

Intanto i negozi continuano a chiudere. L'associazione di categoria fa sapere che in via Nazionale le saracinesche abbassate sono oltre 50; su via del Corso la situazione è simile. Colpa anche dell'aumento dell'inflazione che spinge in alto i canoni di affitto, che in I Municipio sono già alle stelle. Il caro bollette è stato, nell'ultimo periodo, la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che sta mettendo seriamente a rischio soprattutto le attività a gestione familiare. Al coro dei no dei commercianti si uniscono le attività di somministrazione e quelle artigianali. Penalizzate anche loro dalla zona a traffico limitato. Così le più importanti associazioni di categoria sono compatte nel dichiarare che non si fermeranno qui. «Abbiamo una riunione la prossima settimana - chiarisce ancora Bertoni - valuteremo cosa fare. L'Amministrazione non può continuare ad essere indifferente alle nostre richieste. L'emergenza di un centro che si sta svuotando è sotto gli occhi di tutti, non capisco davvero come non si possa comprendere che almeno per Natale, un momento importante per la nostra categoria, certi paletti e certe convinzioni dovrebbero lasciare posto al dialogo e alla comprensione di chi sta soffrendo ogni giorno per restare aperto».