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Regione Lazio, è già corsa per il dopo Zingaretti. Partiti già a caccia di papabili

Daniele Di Mario

C'è una frase, nell'intervento di Paolo Barelli alla convention di Forza Italia a Napoli, che ha fatto drizzare le orecchie ai dirigenti laziali del centrodestra. A un certo punto, l'attuale capogruppo di FI alla Camera ha ricordato come tutti i suoi predecessori siano stati chiamati a importanti ruoli di governo nazionale o locale. Mariastella Gelmini è divenuta ministro degli Affari Regionali; Renato Brunetta responsabile del dicastero della Pa; quando a Roberto Occhiuto, è diventato presidente della Regione Calabria. Ed è proprio questo il passaggio che più è stato notato dagli esponenti locali di centrodestra. Perché il nome di Paolo Barelli da qualche tempo circolano negli ambienti azzurri come possibile candidato governatore del Lazio.

Il diretto interessato, però, spiega diversamente il senso delle sue parole. «Volevo solo mettere l'accento sulla preparazione della classe dirigente di FI e in particolare del gruppo a Montecitorio», spiega. Ma un big forzista di lungo corso fa notare come Barelli sarebbe un profilo assolutamente idoneo a correre per la successione a Nicola Zingaretti. «Alla fine in Sicilia si chiuderà sulla ricandidatura di Nello Musumeci che è di Fratelli d'Italia, Salvini otterrà la conferma di Attilio Fontana in Lombardia. E nel Lazio potrebbe allora toccare a FI...», si spiega.

  

In casa azzurra, Barelli sarebbe il candidato più gradito ad Antonio Tajani e a Licia Ronzulli, anche se velleità di candidatura vengono nutrite da tempo da Maurizio Gasparri e Claudio Fazzone. Ma cosa ne pensano gli alleati? Fratelli d'Italia, accreditato dai sondaggi come primo partito d'Italia (22%) e del Lazio (sopra il 26%) rivendica per sé il candidato governatore, preferendo una figura politica a un civico.

I dirigenti non mancano. Il capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida (figura che però Giorgia Meloni non vorrebbe distogliere dallo scenario nazionale e in caso di successo elettorale alle Politiche ricoprirebbe un ruolo di primo piano nel governo), il vicepresidente di Montecitorio Fabio Rampelli, l'eurodeputato Nicola Procaccini, il parlamentare e coordinatore regionale Paolo Trancassini. E ancora: Chiara Colosimo, Roberta Angelilli, Luciano Ciocchetti. I nomi, insomma, non mancano e andranno discussi con gli alleati e con la loro capacità di tenere unita la coalizione allargandone possibilmente la base di consenso. In casa Lega si sottolinea la necessità di individuare una figura in cui tutta l'area del centrodestra possa identificarsi immediatamente.

Nel Carroccio i profilipolitici portano a Claudio Durigon e Giulia Bongiorno. Ma l'ipotesi di un civico- spiegano fonti del Carroccio - non viene scartata. Si sussurrano i nomi del direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano e del conduttore di Non è l'Arena Massimo Giletti, che a lungo si è occupato del caso-mascherine e di Concorsopoli.

In una intervista al Corriere della Sera, ieri Giletti ha confessato di non essere interessato a fare il sindaco ma di non escludere l'ipotesi un giorno di poter essere eletto presidente di Regione. La questione però verrà affrontata dopo le elezioni amministrative del 12 giugno e una volta risolto il caso Sicilia.

In ogni caso, nel Lazio non mancano i Comuni in cui il centrodestra si presenta diviso. A Fonte Nuova FdI va in alleanza con un candidato sostenuto da una lista civica d'ispirazionePd. A Guidonia il consigliere regionale di FI Enrico Cavallari sostiene il candidato di Pd e M5S. Ad Ardea il consigliere regionale Fabio Capolei sostiene una lista alleata con la sinistra. A Viterbo FdI candida a sindaco Laura Allegrini, Lega e FI sostengono Umbertini e una costola forzista è confluita a sostegno della candidata Dem Troncarelli. Ma sono decisamente di più i Comuni dove tutto il centrodestra si presenta compatto e coeso.

La corsa alla Regione Lazio a sinistra è invece ufficialmente partita con la candidatura alle primarie dell'assessore alla Sanità Alessio D'Amato, che, secondo un sondaggio, sarebbe favorito su ogni altro candidato, in particolare sul vicepresidente Daniele Leodori e su Enrico Gasbarra. Secondo la rilevazione D'Amato sarebbe l'unico in grado di giocarsela con Lollobrigida.

Il sondaggio ha rinfocolato lo scontro tra le correnti dem laziali e creato più d'un malumore. Le primarie del centrosinistra dovrebbero tenersi in autunno e il segretario nazionale Enrico Letta potrebbe anche ragionare su altre ipotesi, come quelle rappresentate dalle ex ministre Beatrice Lorenzin e Marianna Madia. In ogni caso, il perimetro dell'alleanza non sembra essere messo in discussione da Nicola Zingaretti.

Il governatore ha rilanciato il «campo largo» formato da progressisti, liberali (Azione e Italia Viva), sinistra civica e M5S. L'alleanza con i pentastellati «è un dovere morale», secondo il governatore. Ma Conte e il M5S, alla Regione in maggioranza con il centrosinistra, sono contrari al termovalorizzatore di Roma che vuol costruire il sindaco Dem Roberto Gualtieri, un'opera osteggiata anche dalla sinistra civica (i rapporti con il primo cittadino sono piuttosto freddini...), ma vista con favore da Carlo Calenda e da Azione. I rifiuti saranno un tema fondamentale nella prossima campagna elettorale e per il Pd tenere unita (o perlomeno coerente) la coalizione non sarà affatto facile.