affitti in crescita

Roma, stangata di Roberto Gualtieri sugli impianti per lo sport. Niente sconti, la beffa dell'aumento

Pier Paolo Filippi

Piegati dal Covid si aspettavano voucher e sconti sui canoni, invece per ora si ritrovano una richiesta di aumento degli affitti. A servire la beffa ai gestori degli impianti sportivi comunali in concessione a Roma è il dipartimento capitolino Sport e Turismo, che due giorni fa con un'apposita circolare ha chiesto l'adeguamento dei canoni di locazione al tasso di inflazione certificato dall'Istat. Tradotto in percentuale, ogni gestore quest'anno dovrà versare il 3,8% in più di quanto pagato lo scorso anno. E un aumento invece che un aiuto non è certamente quello che i gestori si attendevano dopo due anni di pandemia. Anche perché appena tre settimane fa era stata proprio la maggioranza capitolina a chiedere alla giunta Gualtieri di impegnarsi per il sostegno agli impianti sportivi attraverso una riduzione del 70% dei canoni e dei voucher gratuiti per favorire la pratica sportiva di cittadini a basso reddito.

 

  

 

«Da una parte la maggioranza capitolina annuncia interventi a sostegno dei centri sportivi in concessione - dice Fabrizio Santori, consigliere comunale della Lega - dall'altra l'assessorato allo Sport, questa volta non a parole ma concretamente, chiede un aumento dei canoni di concessione. Non è questa una maniera seria di guidare un'amministrazione». Di pasticci intorno ai centri sportivi in questi anni ne sono stati fatti tanti. Proprio ieri, l'assessore allo Sport Alessandro Onorato ha comunicato i risultati del censimento degli impianti: su 119 centri, 18 sono oggi inattivi e su 13 non insiste nessuna procedura per la riapertura. «Questi impianti - ha detto Onorato vanno restituiti nel più breve tempo possibile ai cittadini anche perché costano ai romani 800 mila euro annui di guardiania, soldi che devono essere subito riconvertiti nella promozione per rendere lo sport accessibile a tutti».

 

 

Tra le strutture chiuse anche impianti importanti come lo stadio Flaminio, il Palazzetto dello Sport di viale Tiziano, Campo Testaccio e la Città del Rugby. 35 concessionari poi sono risultati morosi per un totale di 3,2 mln, 33 sono inadempienti per canoni non corrisposti durante l'emergenza covid per 692.000 euro e 12 concessionari sono inadempienti nel pagamento delle rate dei mutui per un totale di 22,7 mln. Roma Capitale ha già dovuto pagare 17,3 milioni di euro per pignoramenti in virtù delle fidejussioni prestate, con oltre 20 milioni di euro di perdita che gravano sulle spalle dei cittadini. «Abbiamo già attivato le procedure di recupero delle somme insolute ha detto Onorato - inviato 17 diffide al rilascio, 14 determinazioni dirigenziali di decadenza e 5 avvii dei procedimenti di decadenza, 8 riprese in consegna degli impianti».