commercio in crisi

Il coprifuoco alle 23 non basta a ripartire: ristoranti e bar, l'unica salvezza

Damiana Verucci

Bene il coprifuoco alle 23 da domani, anche se per i titolari delle attività di somministrazione il vero cambio di passo è rappresentato dalla possibilità di riaccogliere i clienti all'interno dei locali a pranzo ma soprattutto a cena. E per quello se ne riparlerà a giugno. Troppo tardi per i ristoratori perché se per quasi la metà dei locali a Roma ancora non c'è alcuna possibilità di ricominciare a lavorare, visto che sono privi di spazi esterni, è anche vero che chi ce l'ha non può certo parlare di locale pieno: l'esterno rappresenta infatti sempre una minima parte dei coperti che i ristoranti hanno in totale. Senza contare l'incognita brutto tempo e freddo che a maggio abbastanza presente.

Dunque la vera attesa è per la ripresa dei pranzi e delle cene dentro ai locali, che ad oggi il Governo fissa al 1 giugno, però fino alle 18 e quindi ancora niente cena, sebbene l'ultima proposta in Cdm sarebbe quella di consentire anche il turno serale. E ci sarebbe una bella differenza per i fatturati dei ristoranti. Tuona Paolo Bianchini del Movimento MIO: «La politica ha deciso di far morire il 46% degli esercizi di somministrazione senza tavoli all'aperto, non facendoli lavorare fino al 1 giugno. Il comporto dell'ospitalità a tavola è rimasto schiacciato tra la presa di posizione ideologica del ministro Speranza e chi voleva riaprire subito».

  

Il coprifuoco spostato di un'ora dà comunque una boccata d'ossigeno non indifferente. «Permetterebbe incassi per 3 milioni di euro di più al giorno - fa sapere Claudio Pica, Presidente Fiepet - Confesercenti - perché i ristoratori potrebbero fare un doppio turno serale che ad oggi manca totalmente».

Resta fuori, tuttavia, una discreta parte di locali notturni e da dopo cena per i quali il coprifuoco alle 23 non sposta nulla. E poi, secondo Sergio Paolantoni, Presidente Fipe Confcommercio, «non credo che spostando il rientro a casa alle 23 i ristoranti guadagneranno molto di più, ci vuole un attimo a riprendere le vecchie abitudini e i romani, specie in estate, non ci vanno a mangiare volentieri prima delle 20 e 30».

Non è soddisfatto Andrea Rotondo, Presidente Confartigianato Roma: «Il coprifuoco spostato di un'ora non risolve certo il problema degli esercizi di somministrazione. In estate locali come pizzerie a taglio, gelaterie, ma anche pub, lavorano dopo le 22, nel classico dopo cena. Ad oggi, infatti, i loro fatturati sono al palo e certo aver guadagnato un'ora non è risolutivo. Piuttosto bisognava permettere il servizio anche all'interno dei locali che non hanno spazi fuori, quella sarà la vera differenza».

Sull'argomento è intervenuta anche la sindaca di Roma Virginia Raggi: «In questo momento, la richiesta che facciamo al Governo è quella di posticipare il coprifuoco e consentire agli esercenti di ospitare i clienti anche all'interno dei locali, sempre nel massimo rispetto delle misure di distanziamento e delle condizioni di sicurezza collettiva. Puntiamo sul lavoro: è la base da cui ripartire insieme», ha scritto dul suo profilo Face book. Anche per gli operatori turistici è necessario il prima possibile arrivare almeno a mezzanotte per il coprifuoco e poi permettere il servizio al chiuso nei locali perché i turisti lo chiedono al momento della prenotazione. Si fanno sentire le agenzie di viaggio che questa mattina si sono date appuntamento a piazza San Silvestro per protestare.

«Le agenzie di viaggi e turismo vorrebbero ripartire e riprendere le proprie attivitaNavorative - commenta Cinzia Renzi, Presidente Assoviaggi Lazio - ma attendono urgentemente chiarezza sulle modalitaEbrganizzative, il turismo organizzato, quello dei gruppi sia italiani che stranieri, non si improvvisa da un giorno all'altro ma va programmato con almeno un anno o due di anticipo e la programmazione ha bisogno di certezze».