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Corrieri in partenza da Tiburtina e droga nascosta nello Sprar: 55 arresti. Il gip: "Roma centro di smistamento"

Valeria Di Corrado

La stazione dei pullman Tibus alla Tiburtina era il punto di partenza dei corrieri che rifornivano le piazze di spaccio italiane, francesi, tedesche e austriache. Lo Sprar di via della Riserva Nuova, il centro di accoglienza per richiedenti asilo e rifigiati che si trova al Villaggio Prenestino, era il punto di stoccaggio dello stupefacente. Le indagini dei carabinieri della Compagnia Roma Parioli, che hanno portato stamattina in carcere 55 persone (27 albanesi, 23 nigeriani, 4 italiani e un gambiano) ritenute responsabili di appartenere a tre distinte associazioni finalizzate al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, "ci consegnano la triste e preoccupante immagine di come la nostra Roma sia diventata centro di smistamento di tonnellate di marijuana", si legge nell'ordinanza di arresto.

"Emerge l'assoluta - spiega il gip Nicolò Marino - permeabilità criminale dei Cara (centro accoglienza richiedenti asilo) e degli Sprar (sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati), divenuti veri e propri centri di reclutamento, abitazioni di copertura per importanti acquirenti di sostanza stupefacente, punti di consegna dello stupefacente, ma anche luoghi sicuri per le forniture di rilevanti partite di marijuana effettuate dagli albanesi ai nigeriani".

  

 

Alla prima associazione di estrazione albanese, che importava ingenti quantitativi di marijuana direttamente da Valona (Albania), poi smistata, grazie all’alleanza con i criminali di matrice nigeriana, in ambito nazionale ed europeo, fanno parte, nel complesso, 27 indagati. Altri 3 fanno parte di un’associazione di estrazione nigeriana e altri 8 di una terza organizzazione, sempre nigeriana che reperivano ed acquistavano quantitativi di marijuana proveniente dall’Albania che poi trasportavano e commercializzavano in tutto il territorio nazionale ed europeo, disponendo di due basi logistiche in Roma via Melicucco e via Villafranca Tirreno. Gli altri 17 indagati rispondono di singole o plurime cessioni di stupefacente. In alcuni casi, ad alcuni indagati viene contestata l’appartenenza contemporaneamente a 2 delle 3 associazioni oggetto dell’indagine.

 

Il provvedimento cautelare trae origine da un’indagine, condotta da aprile 2018 ad aprile 2019, da parte dei carabinieri del nucleo operativo della Compagnia Roma Parioli, scaturita durante il costante monitoraggio delle piazze di spaccio della Capitale e dopo aver verificato che diversi soggetti fermati e controllati in prossimità degli stalli di partenza dell’autostazione “Tibus”, occultavano importanti quantitativi di marijuana tra i propri effetti personali e i capi di vestiario, all’interno di zaini, borsoni o trolley. Tutte le persone fermate erano in procinto di partire verso diverse mete (anche all'estero). La sostanza stupefacente che avevano con loro presentava sempre la stessa modalità di confezionamento e quasi tutti i soggetti arrestati risultavano privi di precedenti penali ed essere stati foto segnalati per “richiesta protezione internazionale”. Erano quindi soggetti al di fuori di ogni sospetto, e per questo motivo reclutati nello Sprar di via della Riserva Nuova.

Nelle fasi delle indagini, tra i corrieri fermati dai carabinieri ad agosto del 2018, c’è stata anche la detenuta tedesca che dopo un mese dal suo arresto uccise i due figli a Rebibbia. La donna era stata sorpresa dai militari in macchina mentre trasportava 11 chili di marijuana nascosta tra i pannolini dei bambini. Con lei c’erano anche due nigeriani arrestati oggi e ritenuti soggetti di spicco dell'organizzazione. La donna, che all’epoca aveva 33 anni, finì in carcere per traffico di stupefacenti proprio in seguito a quell'episodio. E un mese dopo, mentre era a Rebibbia, buttò i due figli piccoli, uno di un anno, l’altro di diciotto mesi, giù dalle scale. Per questo duplice infanticidio Alice Sebesta è stata assolta perché ritenuta incapace di intendere e di volere e ora si trova in una Rems (struttura sanitaria per l'esecuzione delle misure di sicurezza) a Castiglione delle Stiviere, dove dovrà restare per 15 anni.