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Coronavirus, aumentano i casi Covid. La Regione Lazio vira sull'arancione

Antonio Sbraga
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Il giallo vira verso l'arancione, ma col derby di stasera non c'entra nulla: «ci attendiamo il Lazio in zona arancione con un valore Rt di poco sopra 1», avverte l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato. Oggi la Cabina di regia ministeria le tornerà a riunirsi per analizzare i dati aggiornati, però la Regione già paventa il cambio di colore non solo entro i suoi confini. Perché tutti gli indicatori lasciano ormai supporre, infatti, che da domenica gran parte dell'Italia entrerà in zona arancione (il nuovo monito raggio indipendente della Fondazione Gimbe avverte: «il vaccino non è una soluzione immediata e serve adesso il lockdown»).

Ma per il Lazio sarà la sua prima volta in arancione, considerato che da quando sono state intro done le zone di rischio è rimasto sempre tinto di giallo. Un colore cangiante nonostante il bollettino di ieri, su oltre 14 mila tamponi (+327), abbia visto registrate nel Lazio 1.816 casi positivi (+204 rispetto a mercoledì), con 47 decessi (+6) e 2.012 guariti. Ieri sono diminuiti anche i ricoveri e i degenti nelle terapie intensive, però sono aumentati i decessi e i nuovi casi. «Il rapporto tra positivi e tamponi è a 12% ma, se consideriamo anche gli antigenici, la percentuale scende a 5%. I casi a Roma città tornano a quota 900», quantifica D'Amato. Il quale ha disposto l'avvio delle indagini epidemiologiche in due Rsa a causa di «venti casi con link a RSA Villa Gaia di Nettuno e quindici i casi con link a struttura Villa Assunta di Lanuvio». Il numero più alto dei casi è stato registrato nell'As1 Roma 1, con 507 nuovi positivi e anche «cinque decessi di 83, 84, 85, 89 e 91 anni con patologie«. Nell'As1Roma 2, invece, poco più della metà dei casi, con 272 nuovi positivi, ma più decessi: «7 di 73, 78, 80, 82, 85, 87 e 94 anni con patologie».

Nell'As1 del quadrante Ovest, la Roma 3, 142 i casi nelle ultime 24h e fronte a questa ipotesi è di ulteriori perdite pari a 46 milioni di euro in un solo mese per oltre 6 mila imprese della Capitale. «I ristori non sono adeguati alle reali perdite «quattro decessi di 62, 76, 78 e 91 anni con patologie». Nell'hinterland capitolino l'incremento più alto è nei Castelli romani, con 218 casi e cinque decessi di 74, 75, 80, 87 e 93 anni con patologie.

Nelle altre 4 province sono stati registrati 460 casi con 13 decessi. Ma nel Lazio preoccupano anche le carceri: «A Roma, dopo quello di Regina Coeli, che va finalmente chiudendosi, è attivo dall'inizio dell'anno un focolaio a Rebibbia Nuovo complesso», con 23 detenuti positivi al virus, come quantificato dal Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà della Regione Lazio, Stefano Anastasia. Secondo i dati del Dap alla data dell'1 1 gennaio erano 97 i detenuti contagiati nelle carceri del Lazio.

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