Roghi tossici, blitz delle forze dell'ordine a Castel Romano

Massimiliano Gobbi

Blitz  delle forze dell'ordine al campo nomadi di Castel Romano. I gruppi speciali dello Spe e del Gssu della Polizia di Roma Capitale sono intervenuti questa mattina nell'insediamento lungo la Pontina, per effettuare controlli sui mezzi di proprietà  in uso agli abitanti del campo. Oggetto dei controlli, circa 30 veicoli, tra auto e camper, sui quali sarebbero state riscontrate alcune irregolarità. Il blitz rientra tra le fasi preparatorie alla bonifica-sgombero dell’area che il Campidoglio si appresta ad eseguire, anche in seguito alle sollecitazioni pervenute dalla Regione Lazio e dalla Asl Roma 2, in merito a gravi situazioni di natura ambientale: in particolare roghi tossici e incendi che hanno di fatto riacceso i riflettori sul campo, tra i piu’ grandi in Europa e da tempo al centro delle polemiche.

“Le condizioni sanitarie in cui versa il villaggio della solidarietà di Castel Romano costituiscono un’emergenza da affrontare prima di tutto per tutelare la salute dei residenti - dichiarano Marta Bonafoni, Alessandro Capriccioli e Paolo Ciani, capigruppo rispettivamente della Lista Civica Zingaretti, di +Europa Radicali e di Centro Solidale Demos al Consiglio regionale del Lazio -  Colpisce leggere una volta di più dichiarazioni che parlano di sgomberi senza parlare delle persone da sgomberare e delle possibili soluzioni”.

  

“Il passaggio ad uno sgombero senza soluzioni abitative è l’ennesimo déjà vu sulla pelle dei Rom: visto che il campo è degradato, vi mandiamo per strada. Non può essere questa la soluzione. Per superare realmente e definitivamente situazioni drammatiche come quella di Castel Romano bisogna fare altro: occorre piuttosto dedicarsi prima a un intenso e faticoso lavoro sociale di ricognizione dei bisogni e delle necessità, e poi alla costruzione di risposte concrete e differenziate a quei bisogni e a quelle necessità, attraverso la realizzazione di percorsi individuali che tengano conto delle specificità di ogni singolo nucleo familiare. Solo attraverso questa strategia sarà finalmente possibile evitare di ritrovarsi, di qui a qualche mese, di fronte a nuove emergenze sanitarie ancora più gravi, alla necessità di nuovi sgomberi e alla ripetizione perenne di una storia che Roma ha già vissuto decine di volte e che come sempre si gioca sulla pelle e sulla vita delle persone”.

Ai percorsi di inclusione della sinistra, risponde la Lega. “Chiudere il campo rom di Castel Romano è l’unica soluzione possibile e da compiere nel più breve tempo possibile - dichiara Laura Corrotti, consigliere Lega Regione Lazio -  per salvaguardare la salute pubblica di chi vive nelle zone limitrofe, non ci possono essere altre ragioni per tenere aperta un’area che versa in gravi condizioni ambientali e che già la stessa Asl ne ha certificato le inadeguate condizioni igieniche e sanitarie a causa dei comportamenti dei residenti che generano continui roghi tossici, sversamento di rifiuti speciali in una gigantesca discarica abusiva, nell'ambito di una riserva naturale.

Le scontate ragioni di solidarietà da parte della sinistra alla Regione Lazio, di fronte all'inerzia di politiche di integrazione di cui da anni non si vede traccia, continuano ad essere solo il paravento e la giustificazione delle perduranti situazioni d'illegalità, di degrado e di un crescente allarme sicurezza in quelle che sono ormai da troppi anni delle vere e proprie zone franche all'interno della città”.