vinokilo

L'abbigliamento vintage incontra l'ambiente

Carlo Antini

La rivoluzione arriva da lontano. Dalla Germania giunge l'idea geniale per ridurre l'impatto ambientale procurato dall'industria della moda fast-fashion, tra le maggiori responsabili di danni all'ecosistema. Il suo nome è VinoKilo - Vintage Kilo Sale, una grande iniziativa guidata da un gruppo di giovani sognatori che, dopo il successo europeo e la sua prima tappa italiana in quel di Milano, giunge per la prima volta a Roma nel primo weekend di febbraio. Sabato 1 e domenica 2 febbraio, dalle 11 fino alle 20 presso la Città dell'Altra Economia, tutti gli appassionati di vintage e attenti all'ambiente sono invitati a non perdere l'appuntamento con l'evento che consacra il gusto per l'abbigliamento vintage, una trovata innovativa che colleziona consensi in giro per l'Europa e che porterà nella capitale, più di 6000 pezzi unici (circa 4 tonnellate di merce) da acquistare rigorosamente al kilo. Non solo abiti ma anche tanto intrattenimento ad ingresso gratuito con food trucks, stand degustativi di vino naturale, attrazioni per bambini, djset e musica dal vivo, un'offerta-preludio all'area dedicata al Vintage Kilo Sale, visitabile dal pubblico con un biglietto di soli 2€.  Per approfondire leggi anche: Scoppia la febbre, ecco gli sconti Sono 219 le tonnellate di vestiti a cui l'azienda di abbigliamento con sede a Magonza, in Germania, ha ridato nuova vita. Con quelle tonnellate sono stati risparmiati 3.262.500 kg di CO2, seguiti da 543.750 metri cubi di acqua e da 24.903.750 Megajoule. Un nuovo concept per uno shopping vintage ed eco-friendly, dove è la sostenibilità a farla da padrona. Un messaggio chiaro che guarda alla "moda" come fenomeno sempre meno consumistico e più come un movimento consapevole, stilistico, di qualità e sostenibile, che mira all'unicità. L'e-commerce tedesco vinokilo.com ha preso le misure per un'idea rivoluzionaria in grado di mettere d'accordo tutti. Dopo aver gustato un buon bicchiere di vino naturale e assaggiato un buon panino in perfetto street food style, il pubblico è pronto per la bizzarra quanto geniale esperienza di shopping più all'avanguardia che ci sia. Armati di buste eco-solidali e con un piccolo budget a disposizione, gli avventori sono pronti ad immergersi nella ricerca del capo cult che cercavano da sempre. Un kilo di vestiti, qualsiasi essi siano, per la modica cifra di 40€. Perché acquistare capi di abbigliamento vintage significa pensare all'ambiente e ridurre notevolmente l'impatto ambientale che l'industria di riferimento ogni anno registra in negativo con la politica del fast-fashion. L'azienda tedesca recupera dalle discariche tessili del globo i vecchi abiti in disuso e, inserendoli in un processo di riqualificazione li riporta a nuova vita, pronti per esser esposti in modo creativo e innovativo nell'ambito di eventi pop-up organizzati nelle maggiori città d'Europa. In poco più di quattro anni di attività VinoKilo ha raggiunto risultati incredibili con numeri di vendite da capogiro, che segnano l'inizio di una vera e propria rivoluzione nel settore. Sono circa 300 gli eventi già organizzati che nel tempo hanno contribuito ad ampliare il fenomeno, sempre più concreto e significativo. Le emissioni di CO2 necessarie alla produzione di 200 tonnellate di abbigliamento, equivalgono a 39.2 milioni di km alla guida di un'automobile (circa 51 volte andata e ritorno verso la luna). Altrettanto sorprendente è il risparmio energetico: più di 4.6 milioni di cicli di lavatrici sono stati evitati, traducendosi in un notevole calo sull'impatto idrico che registra il mancato consumo di acqua utile a riempire oltre 3 milioni di vasche da bagno. "Con ogni chilo venduto, riportiamo in vita quelli che sarebbero stati i rifiuti tessili, nonché la più grande fonte di inquinamento dopo l'industria petrolifera", afferma Robin Balser, CEO e fondatore di VinoKilo che conclude dicendo: "Finora, siamo riusciti a rimettere più di 200 tonnellate di vestiti negli armadi dei nostri clienti, ma il nostro obbiettivo è ben maggiore, considerando che esiste un potenziale di circa 800 milioni di tonnellate di abbigliamento inutilizzabile in tutto il mondo". Obiettivo del progetto è quello di innescare un ciclo di vita infinito per gli indumenti, rendendoli accessibili al grande pubblico.