conteso da famiglia e servizi sociali

Finisce l'incubo di B. Il giudice ha deciso che deve stare con la madre

Mary Tagliazucchi

"Finisce l’incubo per un bambino romano sottratto alla madre dopo cinque anni dall’emissione del decreto e fuggito nel frattempo dalla comunità in cui era alloggiato per l’abuso di metodi correttivi". A renderlo noto l’avvocato Francesco Miraglia, cui la madre del ragazzino si era rivolta per avere giustizia. Per approfondire leggi anche:  L'incubo di B. conteso da servizi sociali e famiglia Ora è di nuovo a casa con la mamma e ci resterà grazie alla sentenza emanata ieri pomeriggio dal giudice. "Ma allora il provvedimento emanato in precedenza era sbagliato?" si interroga l’avvocato Miraglia che prosegue: "Il ragazzino ha dieci anni e nel 2014 fu oggetto di un decreto di allontanamento dalla madre, scaturito in seguito ad alcuni diverbi intercorsi con la scuola. Un provvedimento, in realtà, mai eseguito e pareva che i Servizi sociali si fossero dimenticati di loro, fino a quando, la scorsa primavera, dopo cinque anni, si sono ripresentati alla loro porta: la madre aveva protestato a scuola per degli atti di bullismo subiti dal figlio, la scuola aveva fatto una segnalazione e il tribunale aveva rivangato il vecchio decreto. Il ragazzino era stato portato di corsa in comunità. La mamma era corsa a riprendersi il figlio, denunciando l’operatore per abuso di metodi correttivi. Dopo la 'fuga', il ragazzino stesso aveva scritto di suo pugno che voleva rimanere con la sua mamma e ieri si è svolta l’udienza per stabilire le sue sorti". "Il giudice ha stabilito che debba rimanere a casa propria" prosegue l’avvocato Miraglia "e sarà attivato un percorso domiciliare, di sostegno anche psicologico per madre e figlio, coinvolgendo pure la scuola. È stata quindi fissata un’ulteriore udienza a marzo per verificare l’andamento del progetto di sostegno". "Di questo non possiamo che essere contenti e soddisfatti, ma non possiamo nemmeno esimerci dal porci delle domande: a questo punto chi ha sbagliato?” si interroga ancora l’avvocato.