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Ancora uno sfregio al carabiniere. E la difesa ritira la richiesta di scarcerazione

Valeria Di Corrado

Si sono difesi dicendo di aver reagito, aggredendo il vice brigadiere Mario Cerciello Rega e il collega Andrea Varriale, pensando che fossero pusher amici di Sergio Brugiatelli, arrivati lì con l’intenzione di «vendicare» il furto del suo zaino. In realtà, i due ragazzi americani avevano intuito che quelli che si erano presentati all’appuntamento in via Gioacchino Belli erano due esponenti delle forze dell’ordine. Nuovi (e in parte ancora segreti) elementi probatori raccolti dagli inquirenti, dimostrerebbero che Christian Gabriel Natale Hjorth e Finnegan Lee Elder erano ben consci di tendere un agguato a due carabinieri. Dalle telecamere della zona nei pressi dell’hotel Meridien (dove alloggiavano i due turisti statunitensi) si vedono alcune sequenze fondamentali di quella notte di sangue del 26 luglio scorso. «Dalle ore 03,02 alle ore 03,14 - si legge in un’informativa del nucleo investigativo di via In Selci - come segnalato dal Gps della radio portatile, la pattuglia (di Cerciello e Varriale, ndr) percorre le strade della zona alla ricerca del luogo indicato per l’appuntamento, che Brugiatelli non riusciva a comprendere ove sarebbe avvenuto, come dimostrato dal file audio relativo al colloquio telefonico intercorso con Natale, già registrato dal vice brigadiere Cerciello Rega. Evidentemente, il passaggio dell’auto con a bordo i due militari e Brugiatelli non era passata inosservata a Natale e ad Elder, che per timore di essere visti si erano nascosti dietro ad una macchina parcheggiata». In quella circostanza, dalle immagini si vede chiaramente passare l’auto dei carabinieri dalla strada dove si trovano i due ragazzi di San Francisco. Natale se ne accorge, la riconosce e fa un gesto all’amico, indicandogli di acquattarsi, perché quella che arriva è la macchina che stanno aspettando. Anche se non c’erano i colori e i simboli dell’Arma, essendo una berlina di servizio usata per gli appostamenti in borghese, Natale sembra riconoscerla. Probabilmente - è la tesi degli inquirenti - l’aveva già vista a Trastevere, nelle ore precedenti, quando i due amici era stati «truffati» nello scambio di droga da Brugiatelli. Anche se erano scappati di corsa e dicono di aver subito preso un taxi per tornare in albergo, pare che i due americani siano rimasti in zona e che Natale, in particolare, abbia visto arrivare poco dopo l’auto di servizio di Cerciello e Varriale, chiamati a intervenire sul posto. La sequenza delle telecamere immortala i minuti prima dell’aggressione. «Alle ore 03,12, Natale ed Elder si dirigono verso il luogo prefissato, percorrendo via Federico Cesi, visibile dalle telecamere della gioielleria “Ghera” dove si nota passare prima Natale con il telefono in mano e subito dietro Elder, con le mani nella tasca della felpa (dove si desume abbia nascosto il pugnale, ndr). Se i due fossero stati in buona fede, pensando di aver subito una «fregatura» (pagando 100 euro una pillola di tachipirina, che credevano fosse cocaina), avrebbero dovuto approfittare della presenza dei carabinieri per chiedere giustizia. Invece, la giustizia se la sono fatta da soli, per giunta, contro le persone sbagliate, uccidendo un giovane vice brigadiere dell’Arma, regolarmente in servizio. Se tutto ciò dovesse essere confermato, cadrebbe come un castello di bugie quello costruito negli interrogatori dei due indagati, accusati di omicidio volontario. Entrambi, infatti, hanno detto di non aver mai visto agenti in abiti borghesi. Elder ha spiegato di non aver capito che fossero carabinieri perché Cerciello non aveva mostrato il tesserino, né si era qualificato. Natale dice di non aver creduto a Varriale, qualificatosi come militare. Eppure entrambi i carabinieri avevano tesserino e manette. Altro che complotti e punti oscuri. La «leggerezza» dei due carabinieri è stata quella di non essersi portati la pistola di ordinanza, anche se probabilmente non avrebbero avuto il tempo di usarla, vista l'improvvisa, inaspettata e violenta aggressione subita. Pur essendo in borghese, infatti, il regolamento prevede che per quel genere di servizi di appostamento si vada armati. Poi, per consuetudine, i militari chiamati a confondersi nelle piazza di movida e di spaccio (come Trastevere), preferiscono non portarsela dietro per mimetizzarsi meglio tra i giovani e non farsi scoprire armati, indossando abiti estivi. Una "leggerezza" che Cerciello ha "pagato" con la vita e che di cui invece Varriale risponderà davanti all'autorità militare per "mancata consegna". Il timore che lo ha portato inizialmente a mentire ai colleghi, ai quali aveva detto di essere armato, salvo poi rettificare nell'interrogatorio reso davanti ai pm. Comunque, dal punto di vista dell'indagine, il fatto che entrambi i militari fossero disarmati, rafforza il quadro accusatorio contro i due americani. Se non si erano sentiti minacciati nemmeno da una pistola, la loro aggressione risulta ancora più sproporzionata e la tesi della legittima difesa ancora più campata in aria. Intanto i legali di Finnegan Lee Elder hanno ritirato l'istanza di scarcerazione.