a roma

Bagni d'oro, camere faraoniche e una cappella funeraria da re. Ecco il tesoretto dei Casamonica

Alessia Meloni e Andrea Ossino

Una polizza assicurativa di 500 mila euro, conti correnti, un’autovettura, denaro, orologi, gioielli e una cappella funeraria gentilizia edificata al cimitero di Ciampino. I beni sottoposti a sequestro dai Carabinieri hanno un valore di oltre 1,5 milioni di euro, già a disposizione di esponenti della famiglia Casamonica. I sigilli sono arrivati in esecuzione di un provvedimento del gip su richiesta della Dda capitolina. I Carabinieri hanno anche arrestato due persone accusate di intestazione fittizia di beni. In carcere sono finiti Giorgio Vitale e Michele Panza, gestori di concessionarie di autovetture in zona Tor Vergata. Uno dovrà anche difendersi dall’aggravante del metodo mafioso. Continuano gli sviluppi dell’operazione “Gramigna”, che nel luglio 2018 fatto arrestare 37 persone legate ai Casamonica. Il 15 aprile scorso con “Gramigna bis” erano scattate le manette per 23 delle famiglie Casamonica, Spada e Di Silvio. Le accuse, a seconda delle posizioni, erano di: estorsione, usura, intestazione fittizia di beni, spaccio di stupefacenti, molti commessi con l’aggravante del metodo mafioso. I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati hanno continuato le indagini e ora hanno trovato il tesoro dei Casamonica. Comprendeva anche una cappella realizzata con un investimento di 80mila euro. Secondo l’accusa i due arrestati, per eludere le norme in materia di misure di prevenzione patrimoniali, avevano attribuito alla società fittizzia Autoluz srl, la proprietà di due auto, una Mercedes Gla e una Volkswagen Golf, riconducibili a Salvatore Casamonica Salvatore detto “Do” e Rosaria Casamonica Rosaria, già arrestati il 15 aprile. Secondo il gip Gaspare Sturzo i due “volevano agevolare l’associazione mafiosa denominata Clan Casamonica, ed in particolare Salvatore Casamonica, fratello di Giuseppe Casamonica, detto Bitalo, capo del clan, e pluripregiudicato”. In particolare Panza ha “precedenti per truffa ed è in contatto con pluripregiudicati  cui riconosce il ruolo di capo in un contesto di solidarietà criminale del tipo associativo per cui il Panza sarebbe quel tassello debole utilizzato dalla struttura, anche più volte”. Vitale secondo il gip ha un “concreto indice di pericolosità”. L’indagato per altro è già noto “alle forze di polizia anche in ragione dei suoi rapporti illeciti con soggetti di etnia rom”. Il gip nel disporre il carcere evidenzia “persistenti atteggiamenti sintomaticamente proclivi al delitto, quali il carattere continuativo dell’attività illecita ed il concreto rischio di recidiva, nonché i collegamenti con l’ambiente in cui il fatto illecito contestato è maturato”.