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"Roma in rovina". Il New York Times denuncia la Capitale-discarica

Il reportage del quotidiano americano

Costanza Cerasi
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"Roma è in rovina". Il New York Time stronca il governo della Capitale guidato dal sindaco Virginia Raggi in un reportage firmato dal giornalista del quotidiano americano Jason Horowitz. Il reporter Usa ha fatto un giro per la città con Massimiliano Tonelli, uno dei fondatori di Roma Fa Schifo, il blog che critica soprattutto l'indifferenza dei romani stessi di fronte alla rovina della città. Dai rifiuti alle strade nell'articolo-denuncia sono riportate tutte le gravi mancanze della Città Eterna. Il tour è partito dalla stazione Termini dove Tonelli chiede a Horowitz cosa vede. "Graffiti?" risponde lui. "Spazzatura?" domanda. Tonelli allora risponde: "Esatto, un romano non lo vedrebbe. Il romano è così abituato alla sporcizia in cui vive che non riesce più a riconoscere o vedere il triste stato di questa città". Nell'articolo del New York Times Tonelli aggiunge con rassegnazione che "da tre metri in su, è ancora la città più bella del mondo". Horowitz sottolinea che Roma rischia di diventare una discarica, specificando che non intende "il mucchio di spazzatura della storia", che è il modo in cui il poeta Petrarca immaginò la città nel XIV secolo, ma una vera e propria discarica. Una parte del servizio sulla Capitale è dedicata alle possibili cause di questa situazione critica. Alcuni puntano il dito contro la crisi economica, altri contro la sovrabbondanza di leggi inutili e non rispettate, altri ancora contro la mancanza di forze di polizia per il presidio del territorio. I socialisti incolpano la Chiesa che, attraverso la cultura del perdono, creerebbe un clima di permissività e passivismo. I cattolici attribuiscono l'incapacità di prendersi una responsabilità individuale all'ideologia del socialismo. Gli storici parlano invece di problematiche derivanti da secoli leader corrotti. Ma più spesso il bersaglio dell'ira dei romani è il sindaco, la grillina Virginia Raggi. Il reporter americano tiene a specificare che qualunque sia la vera causa del declino Capitale, il fascino che Roma aveva nel mondo anche per la sua irrazionalità, ha lasciato il posto a "un cinismo di proporzioni epidemiche". 

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