Il Raggi-ro d'Italia

Parla Elia Viviani: "Troppo rischiose le buche di Roma. Così ho fermato il Giro"

Simone Pieretti

Una presa in Giro. La conclusione della corsa ciclistica più importante del Paese non chiude le polemiche sulla disastrosa organizzazione da parte del Comune. Buche, sampietrini e noncuranza hanno messo a repentaglio l'incolumità dei ciclisti che - presa coscienza sulle criticità del circuito da ripetere per undici volte a conclusione del secondo giro hanno chiesto e ottenuto che il cronometro fosse neutralizzato dopo appena 35 km. «Non avevamo nessuna intenzione di correre dei rischi inutili - sottolinea Elia Viviani, già oro su pista alle Olimpiadi di Rio 2016- ci siamo accorti dei problemi appena effettuato il primo degli undici giri, a molti è saltava la catena della bici, il percorso era sconnesso, era assolutamente inutile rischiare di rompersi l' osso del collo. L'errore fondamentale è che nessuno - prima della partenza - abbia percorso l' itinerario sulla bicicletta, ed è chiaro che tale responsabilità non può ricadere su noi ciclisti considerando che siamo arrivati a Roma soltanto sabato sera... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI