LA LETTERA

La denuncia di Michaela Biancofiore: "Io, aggredita in pieno centro a Roma"

Michaela Biancofiore

Direttore, le scrivo da cittadina “romana” e non da parlamentare della Repubblica. Le scrivo perché l’altra sera ho avuto paura, paura di morire a seguito di un’aggressione in pieno centro ad opera di un cittadino extracomunitario. Una giornata che non dimenticherò mai anche per un altro tipo di aggressione, “virtuale” come suol dirsi, culminata con minacce seguite ad alcune mie esternazioni politiche che non sono piaciute ai leoni da tastiera, fomentatori d’odio. L’altra notte, dopo una complicata giornata politica, stavo facendo il consueto giretto notturno col mio cane in una delle vie più centrali e - in teoria più sicure della capitale , via Nazionale - incastonata tra Quirinale, Questura, Ministero dell’Interno e Difesa, quando all’improvviso un ragazzo di colore mi ha cinto da dietro sbattendomi contro un muro per derubarmi. Non le nascondo il terrore soprattutto come donna dopo aver realizzato l’accaduto ma devo ringraziare Dio per essermela cavata con una semplice contusione al costato grazie al pronto intervento di due carabinieri che mi hanno immediatamente soccorsa e acciuffato il delinquente scappato a piedi. Ci ho pensato molto prima di denunciare l’accaduto ma la cosa merita attenzione non per chi ne è stata vittima – ogni giorno tantissime persone subiscono la stessa sorte - ma per i due veri protagonisti del bene e del male di questo episodio. Lascio a chi legge giudicare: l’aggressore è un cittadino del Sudan nato nel ’95 entrato in Italia nel 2017 e privo di documenti se non di un tesserino della croce rossa italiana che ne attesta l’approdo con molta probabilità nel nostro Paese con qualche nave di onlus che importano nel nostro Paese anche disperati che non scappano da guerre, stanziano in Italia approfittando dei tempi per il riconoscimento dello status, delinquono impunemente in centro come nelle periferie. Gente che ci sottrae il nostro diritto di vivere in sicurezza, gente da rimpatriare all’istante e indipendentemente dal governo che verrà. Poi ci sono, i carabinieri, eroi quotidiani, trattati male economicamente e non solo. Grazie a loro, costretti a lavorare senza mezzi e con scarse finanze, i romani hanno ancora uno straccio di libertà e la più affidabile sicurezza. Si dirà: ma la Biancofiore esagera. Parla solo perché è capitato a lei. No, non è così. L’episodio dell’altra notte si ripete dieci, cento, mille volte ogni giorno in ogni angolo della città, di ogni grande città. Il problema è ovviamente politico e i tutori dell’ordine sono le prime vittime perché devono districarsi tra leggi talvolta umilianti che lasciano troppo spazio alla discrezionalità. Posso dirlo, per averlo provato sulla mia pelle: la professionalità, l’onore all’arma, la prontezza e l’attenzione umana mostrata, caratteristiche che inorgogliscono una semplice cittadina fra cittadini, che da politico farà di tutto affinché a questi eroi non per caso, vengano garantite risorse e soprattutto difesa della dignità, cosa alla quale tengono sopra ogni cosa. Serve un governo che faccia leggi severe per porre fine all’escalation di violenza virale e reale, che sta caratterizzando sempre più il nostro Paese. E speriamo che il sacrificio del Presidente Berlusconi e il suo alto senso di responsabilità e della patria, abbia posto fine alla estenuante campagna elettorale e chi vuole governare - pur con opposte visioni - passi subito dalle parole ai fatti. Perché quanto accaduto me, e quanto accade a tante donne come me, non si ripeta più.