ORRORE NELLA CAPITALE

Carbonizzata all'Eur, è morta per asfissia

Silvia Mancinelli e Andrea Ossino

Maria Cristina Olivi è morta per le inalazioni di fumo. È quanto emerso dall’autopsia fatta ieri mattina all’istituto di medicina legale del Policlinico Tor Vergata dal dottor Silvestro Mauriello sul cadavere carbonizzato trovato venerdì nel parco delle Tre Fontane, all’Eur. La vittima, quarantanovenne romana con problemi psichici, non presentava ferite evidenti o segni di violenza sulle parti rimaste integre ed è così che il giallo sulla sua morte si infittisce. Gli agenti della Squadra Mobile, coordinati dal sostituto procuratore Vittorio Pilla, continuano a scavare nella vita della donna per capire se qualcuno possa averla attirata in trappola o se abbia scelto il modo più terribile di togliersi la vita, magari ap- piccando il fuoco al panno trovato dalla Scientifica venerdì mattina. All’interno della borsa trovata non molto distante dal corpo c’erano diversi scontrini, utili a ripercorrere le ultime ore della vittima, e flaconi di farmaci antidepressivi. Maria Cristina Olivi aveva un disagio mentale non grave, vero è che viveva in affitto da sola nell’appartamento in Largo Longanesi, ma che ultimamente aveva convinto i familiari a invitarla a trasferirsi nella loro abitazione, molto vicina a quella dove la quarantanovenne vive- va dal 2010. «Una donna tranquillissima, molto riservata - ricorda Massimiliano Palocci, amministratore di condominio -, ho parlato con lei poche volte, giusto per i pagamenti bimestrali che facevo per conto suo e di quanti non potevano recarsi alla posta. Mai un problema, nulla. Spesso riceveva le visite del padre, ma l’ho sempre intravista di sfuggita». Una vita ai margini, defilata, quella di Maria Cristina Olivi: la mattina l’impegno in lavanderia in viale Giustiniano Imperatore, per conto della cooperativa sociale «Il Grande Carro» che si occupa di garantire l’inserimento nel mondo del lavoro di persone con disagi mentali, il pomeriggio a casa o dai genitori, due chilometri nemmeno di distanza da casa sua. Escluso il movente passionale dagli investigatori, resta il mistero su una morte violenta e triste avvenuta fra le 3 e le 4 di giovedì notte.La vittima nel suo palazzo era un fantasma, nessuno tra gli inquilini la conosceva, nessuno le teneva compagnia. A eccezione della sua famiglia, da sempre molto legata alla donna eppure attenta a lasciarle tutta l’indipendenza che più volte aveva prete- so. «Ultimamente era più triste del solito - ha raccontato Paola M., moglie dell’anziano padre - per questo le avevamo chiesto di venire a stare da noi». Oggi sono chiusi nel più assoluto silenzio: il fratello della vittima, il primo a correre sul posto venerdì e a vedere il corpo della sorella, chiede silenzio e rispetto per una morte che li ha scioccati. «È stato detto anche troppo, adesso basta così» dice perentorio dal citofono dei genitori.