CALO DEL 70%

Così i cortei hanno ucciso il sabato di shopping

Damiana Verucci

Affari in calo anche del 70 per cento per quello che è stato un vero e proprio sabato da dimenticare per i commercianti romani. Tre cortei, poliziotti in strada, romani e turisti disorientati e diversi titolari dei negozi che al passaggio dei manifestanti hanno preferito chiudersi dentro e abbassare la saracinesca. “Siamo stanchi”, era il commento unanime. La tensione più alta si è registrata nelle vie dove sfilava il corteo, ma anche nel resto della città i clienti disposti a fare shopping si contavano sulle dita di una mano, soprattutto il pomeriggio. “La mia commessa si è rifiuta di venire a lavorare oggi – lamenta il titolare di un negozio di abbigliamento in via Sistina – e non ho potuto biasimarla. Così verso le 17 chiuderò e me ne tornerò a casa, tanto che resto a fare qui dentro”. Tra consumi e personale, in effetti, il vero affare ieri lo ha fatto chi ha deciso di non ostinarsi a tenere aperto. “La voglia di esserci sempre e comunque contraddistingue la nostra categoria – fa sapere Valter Giammaria, presidente Confesercenti Roma e titolare di un negozio in centro – ma in effetti oggi è stato un vero bagno di sangue. Ce lo aspettavamo, è come sempre accade quando si autorizzano cortei in centro, figuriamoci oggi che i cortei autorizzati sono tre”. Non è certo un bel periodo per il commercio capitolino che ha visto chiudere i saldi con incassi medi diminuiti del 20 per cento. La pioggia e il freddo pungente di questi giorni non aiuta visto che la maggior parte dei negozianti espone già la collezione primavera-estate in vetrina. Un sabato diventa dunque l'occasione ghiotta per cercare di rifarsi e calcolando che domani c'è la domenica ecologica, tirate le somme è un weekend davvero difficile per la categoria. “Il diritto di manifestare non può ledere il diritto dei commercianti di lavorare e degli abitanti di vivere in serenità – dice David Sermoneta, presidente di Confcommercio centro storico – manifestazioni a rischio non devono essere in alcun modo autorizzate”. Dello stesso avviso Giovanna Marchese Bellaroto, presidente di Cna commercio: “Chi ci ripagherà del danno economico subito oggi? E' necessario che le Istituzioni comprendano che il commercio familiare e regolare che ancora opera con coraggio per le vie cittadine è in profonda crisi”.