SENTENZA NELL'AULA BUNKER

Roma, l'untore dell'Hiv condannato a 24 anni di galera

Riccardo Di Vanna

Ha trasmesso il virus dell’Hiv a trenta donne con le quali ha avuto rapporti sessuali non protetti pur essendo consapevole di essere sieropositivo. Per questo Valentino Talluto, trentaduenne di Acilia, è stato condannato a 24 anni di reclusione dai giudici della Corte d’Assise. L’imputato, per il quale il sostituto procuratore Elena Neri aveva chiesto la pena dell’ergastolo, è stato assolto dall’accusa di epidemia dolosa e condannato per il reato di lesioni gravissime. Secondo il magistrato, il giovane "ha provato in tutti i modi” a contagiare decine di persone, riuscendo nel suo intento in 32 casi e fallendo, per “cause indipendenti dalla sua volontà”, con altre 20 persone. Tra coloro che non hanno avuto la fortuna di scampare alla malattia c’è anche un bambino partorito da una delle donne che, mentre era in stato di gravidanza, frequentava il trentenne. L’inchiesta, avviata e seguita dal pm Francesco Scavo fino alle ultime battute del processo, era stata innescata dalla denuncia di una delle ex fidanzate di Valentino. Stando alle testimonianze rese nell’aula bunker di Rebibbia dalle vittime il copione seguito dall’imputato era sempre lo stesso. Tra il 2006 e il 2010, dopo i primi contatti in chat, Valentino incontrava le ragazze, presentandosi come un giovane gentile e premuroso. Nata l’intesa, che in molti casi si trasformava in una vera e propria relazione, l’”untore” avrebbe chiesto e spesso ottenuto rapporti sessuali non protetti di ogni tipo, non facendo menzione della sua malattia. In una circostanza, messo alle strette da una delle sue fidanzate, avrebbe anche prodotto un falso certificato di sieronegatività. Stando alla procura, quando già sapeva di essere indagato, Valentino avrebbe avuto rapporti sessuali non protetti con una delle vittime, che ha incontrato l’ultima volta la sera prima dell’arresto. Accuse che l’imputato, in una precedente udienza, aveva respinto con fermezza, sottolineando di essere un ragazzo con un cuore e non un “untore”. “Ho dei sentimenti e ho l’Hiv – aveva affermato Valentino - ma non per questo sono diverso dalle altre persone presenti qui. Sono state dette cose non vere. Io non mi sono mai nascosto e tutte le ragazze mi conoscono con il mio nome e conoscono anche i miei amici. Si è detto che avrei voluto contagiare più persone possibili ma se così fosse avrei cercato rapporti occasionali nei locali, tentando di mantenere l’anonimato”.