CAOS TRASPORTI

"L'Atac ha giocato alla roulette russa"

Valeria Di Corrado

«L’Atac ha giocato alla roulette. Si è avventurata in una pericolosa operazione di speculazione finanziaria, senza nemmeno tradurre dall’inglese le condizioni contrattuali». Se l’azienda del trasporto pubblico di Roma è arrivata a un passo dal fallimento, chiedendo al Tribunale di essere ammessa al concordato preventivo per ripianare un debito da 1,3 miliardi di euro, lo deve anche «alla superficialità e all’imprudenza dei suoi amministratori» del passato. Ieri il sostituto procuratore della Corte dei conti del Lazio, Ugo Montella, ha sollecitato la condanna di 7 tra ex dirigenti e membri del cda di Atac a risarcire un danno erariale di 17 milioni di euro, in relazione all’operazione finanziaria denominata «U.S. Cross Border Lease».  In pratica, tra il 23 dicembre 2003 e il 7 gennaio 2004, la società partecipata dal Campidoglio ha accettato di dare in locazione agli investitori statunitensi, fino al 2056, 36 tram e 94 convogli della metro B, percependo in cambio 555.658.729 dollari. Entrata dalla porta, questa somma è subito uscita dalla finestra. Infatti, immediatamente dopo, il Trust ha concesso in sublocazione ad Atac, fino al 2029, gli stessi 36 tram e 94 convogli a fronte del pagamento anticipato dei canoni di sublocazione, per un totale di 538.784.484 dollari. Alla fine della fiera, l’azienda ha costituito un momentaneo profitto pari a 16.904.245 dollari, corrispondenti a 13.500.476 euro. A metterla così, sembrerebbe un affare, in realtà la società capitolina, firmando quei contratti, si è assunta anche una serie di rischi finanziari: tra cui l’obbligo di fornire garanzie in caso di peggioramento del livello di rating di Atac e/o di Roma Capitale e di sostituire le banche finanziatrici se il loro rating si fosse ridotto al di sotto di AA. La catastrofe è arrivata quando nel... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI