AL SETACCIO I CAMPI ROM DELLA CAPITALE

Rogo nel camper a Centocelle, caccia al sospettato

Silvia Sfregola

Svolta nelle indagini sul terribile rogo del camper della famiglia Halilovic a Centocelle, che ha portato alla morte di tre sorelle rom di 4, 8 e 20 anni. Grazie ai video delle telecamere di sorveglianza e alle testimonianze raccolte dai genitori delle vittime la squadra mobile ha stretto il cerchio attorno ad un uomo, ora di fatto principale sospettato, che avrebbe lanciato la molotov contro il camper della famigliola. La famiglia ormai da mesi subiva pesanti minacce e proprio per questo da qualche tempo non risiedeva più in un campo nomadi ma nel parcheggio di via Ugo Guattari, dietro al centro commerciale di viale della Primavera, dove è avvenuta la tragedia due notti fa. Intanto sul caso il pm Antonino Di Maio della procura di Roma ha aperto ieri un fascicolo per incendio e omicidio volontario perché non ci sono dubbi sul fatto che la persona alla quale danno la caccia gli inquirenti abbia appiccato l'incendio sapendo che nel camper dormiva un'intera famiglia. Commozione per la veglia Nel pomeriggio è andata invece un scena una commossa veglia di preghiera per le tre sorelle bruciate nella Basilica di Santa Maria in Trastevere, organizzata dalla Comunità di Sant'Egidio. In prima fila Mela Hadzovic, madre delle vittime, alcuni degli otto fratelli e altri familiari. "Siamo convinti che il colpevole sia uno solo? L'amministrazione e la comunità cristiana potevano fare di più. Bisogna fare di più, questi campi sono dei non-luoghi", ha ammonito nella sua omelia il vescovo ausiliare di Roma Sud, monsignor Paolo Lojudice, che ha aggiunto: "Nella nostra Italia, nella nostra splendida Roma, nessun bambino può vivere in mezzo alla strada o rimane arso vivo per nessun motivo al mondo. Uccidere un bambino è uccidere noi stessi. Pensiamo alle responsabilità di chi ha commesso il fatto,ma sarebbe facile scaricare le coscienze". Fuori dalla basilica gremita Giuliana, un ragazza di origine rom dice emozionata: "Grazie a tutti, soprattutto alla comunità di Sant'Egidio. Noi vogliamo la pace e vogliamo il lavoro. Non si può vivere in questo modo, in strada, con i bambini che non vanno a scuola". Tra gli esponenti delle istituzioni presenti anche il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli, mentre si è notato il vuoto lasciato dalla sindaca Virginia Raggi. "Spiace per la sua assenza - dice il consigliere capitolino di Sinistra per Roma Stefano Fassina - Per Roma sarebbe importante se la sindaca dichiarasse il lutto cittadino il giorno dei funerali: sarebbe un segnale importante di Roma che si riconosce come città della solidarietà. Dobbiamo svegliarci tutti, anche lo Stato, davanti all'ennesima tragedia".