LA PRIMA UDIENZA

Raffaele Marra e Scarpellini il 25 maggio a processo con rito immediato

Silvia Sfregola

È fissato per il prossimo 25 maggio, davanti alla seconda sezione del Tribunale di Roma il processo all'ex capo del personale del Campidoglio Raffaele Marra e all'imprenditore Sergio Scarpellini, arrestati nel dicembre scorso con l'accusa di corruzione. Il rito immediato, chiesto dalla pm Barbara Zuin e dall'aggiunto Paolo Ielo, titolari dell'indagine, consente di saltare l'udienza preliminare portando il processo direttamente in aula. Secondo gli inquirenti, Scarpellini avrebbe pagato a Marra alcuni immobili per corromperlo. I due sono finiti in manette il 16 dicembre scorso: Scarpellini è passato ai domiciliari dopo pochi giorni, mentre l'ex funzionario comunale è tuttora detenuto nel carcere di Regina Coeli. "Le insistenti regalie fatte negli anni 2010 e 2013 dallo Scarpellini in favore del Marra - si legge nell'ordinanza di custodia cautelare eseguita il 16 dicembre - trovano ragionevole spiegazione esclusivamente in una logica corruttiva, stante le funzioni pubbliche svolte all'epoca dal Marra in settori connessi agli interessi imprenditoriali dello Scarpellini". Il Gruppo Scarpellini ha, da anni, convenzioni urbanistiche milionarie con l'amministrazione romana "che richiedono - sostiene il gip - l'emanazione di provvedimenti amministrativi da parte sia del Comune di Roma sia della Regione Lazio", realtà nelle quali Marra ha avuto posizioni dirigenziali negli anni presi in esame dagli inquirenti. Le compravendite immobiliari al centro dell'inchiesta risalgono agli anni passati, ma il 30 giugno 2016, Marra, all'epoca braccio destro della sindaca Virginia Raggi, parlando al telefono con la segretaria di Scarpellini, assicurava di essere "totalmente a disposizione" dell'imprenditore. Secondo la procura, tra le "regalie" di Scarpellini a Marra ci sarebbe il pagamento da parte dell'imprenditore di buona parte dell'appartamento nel quale Marra risiede, da lui acquistato nel 2013 dall'Enasarco, e per il quale Scarpellini avrebbe fornito oltre 367 mila euro. Marra è anche indagato in un'altra inchiesta, ancora aperta, nella quale risponde di abuso d'ufficio insieme alla sindaca Raggi (accusata anche di falso in atto pubblico) per la nomina del fratello, Renato Marra, a capo del dipartimento Turismo del Comune.