CAOS A CINQUE STELLE

Artisti gratis per il Capodanno grillino a Roma

Vincenzo Bisbiglia

«Niente pagamento, niente offerta a cappello». In pratica: volontariato puro. Poi la parziale marcia indietro, 48 ore dopo, quando il panetto- ne era già andato di traverso a gran parte degli artisti della scenda underground capitolina. Qualcuno deve averlo fatto notare all'assessore alla Cultura e, da qualche giorno, vicesindaco, Luca Bergamo. E chissà se è stato «un fraintendimento», come ha scritto il numero due del Campidoglio o se qualcuno voleva fare davvero le cosiddette «nozze coi fichi secchi». Fatto sta che in questi giorni Virginia Raggi stava riuscendo (o forse ce l'ha fatta) ad inimicarsi pure i musicisti romani. I fatti. Il 23 dicembre, a poche ore dalla resa ufficiale sull'organizzazione del consueto concertone di Capodanno, sul sito del Comune di Roma e la caccia aperta per mettere in piedi almeno un «brindisi» a partire dalle 22.30 al Circo Massimo, compare un annuncio sconcertante: in vista del 1 gennaio, «in occasione di questa bellissima festa, Roma Capitale invita tutti coloro che siano appassionati di musica, canto e teatro, a voler condividere il proprio talento ed esibirsi negli spazi appositamente allestiti sul Lungotevere, nel tratto compreso tra ponte Garibaldi e Castel Sant'Angelo» e inviare una mail entro il 28 dicembre; subito dopo però «si specifica che, durante le esibizioni, non potranno essere veicolati messaggi pubblicitari o politici, né potranno essere svolte attività di commercializzazione di prodotti di consumo. La partecipazione è a titolo gratuito, ogni onere della performance sarà a carico del partecipante». Non solo: «Durante le performance non sarà possibile raccogliere offerte». Insomma, in poche righe tre messaggi devastanti per un artista e, in particolare, un musicista che si rispetti: nessun pagamento, censura sui contenuti e nessun contributo da parte del pubblico. Ancora una volta la musica, a Roma e in Italia, trattata come un passatempo, un hobby di cui bearsi con gli amici, e non un lavoro. Il 24 e il 25 il link con il bando fa il giro dei social network, fra critiche e insulti. Il giorno di Santo Stefano, arriva finalmente la «precisazione» di Bergamo: «Ringrazio chi ci ha segnalato l'incongruenza - ha scritto su Facebook - nella ricerca di sintesi abbiamo provocato fraintendimenti che chiarisco. Il paragrafo che precisa il divieto di finalità commerciali si riferisce agli amatori e alle scuole. Doveva essere seguito da un altro paragrafo riguardante gli "Artisti di Strada" che è saltato nella pubblicazione». Dunque «la partecipazione all'evento, è consentita e benvenuta e tutti coloro che esercitano questa particolare forma d'arte» e «può accettare libere offerte dal pubblico, dunque la cosiddetta "offerta a cappello" è consentita anche per il Primo Gennaio». Insomma, un mezzo salvataggio in extremis, anche se non si è ancora chiarito cosa si intende per «messaggi politici» vietati.