INFANZIA VIOLATA

Questore in guerra per i bimbi abbandonati

Silvia Mancinelli

"Il minore, anche qualora il nulla osta della Sala Operativa Sociale non sia ancora pervenuto, verrà in ogni caso direttamente accompagnato da personale del Commissariato presso il CPsA (centro di prima accoglienza n.d.r.) di via Annibale Maria di Francia e qui affidato agli operatori presenti nel Centro, con contestuale consegna a personale della Polizia Locale dei rilievi dattiloscopici con il relativo codice C.U.I. del minore e una sintetica elencazione dei precedenti risultanti dalla banca dati S.D.I.". Dopo lo scandalo dell’accoglienza ai minori offerta - per mancanza di alternative - nei commissariati, nelle caserme dei vigili urbani e negli uffici pubblici (è il caso del II Municipio ndr), il Questore di Roma Nicolò D’Angelo ribadisce le regole e riporta l'ordine in un caos generale di rimpalli di responsabilità e volontariato estremo. Dopo la nostra inchiesta, pubblicata il 4 ottobre scorso, il numero uno della Polizia a Roma ha scritto una nota che ha per oggetto i "minori in stato di abbandono o difficoltà" e indirizzata ai dirigenti dei commissariati di Viminale, Trevi e San Lorenzo, quelli interessati al problema, al dirigente del gabinetto interregionale della Polizia Scientifica, al comando della Polizia Locale e, per conoscenza, all’assessore capitolino alle Politiche Sociali Laura Baldassarre e alla Procura presso il Tribunale dei Minorenni. Nella lettera si dispone che, in considerazione della situazione di "assoluta emergenza in cui si trovano a operare questi uffici territoriali della Polizia di Stato (i tre sopracitati ndr), i dirigenti dei commissariati, in caso di rintraccio di presunti minori stranieri non accompagnati, sono tenuti a identificare il minore contattando la sala operativa del Comune e inviando una richiesta scritta di accoglienza presso il CPsA". Ed è qui il nodo della questione: perché i centri preposti ad ospitare i ragazzini sono al collasso da mesi. Di fatto impossibilitati a offrire anche solo un letto. La struttura in zona Fidene, dove il Questore ha disposto l’accompagnamento del minore anche in caso di mancato nulla osta della sala operativa sociale, è quella dove vennero segnalati casi di scabbia e tubercolosi. La stessa, tra l’altro, dove un algerino di 17 anni si tolse la vita quattro mesi fa. Eppure i minori non accompagnati continuano ad arrivare nel nostro Paese in numero sempre crescente. Al 31 dicembre 2015 in Italia erano 11.921: il 13% in più rispetto all’anno precedente. Avere un dato preciso su quelli presenti a Roma, purtroppo, è di fatto impossibile: "Fino a qualche anno fa - spiega una dipendente di un’associazione che si occupa della tutela dei bambini extracomunitari - ci veniva comunicata anche la nazionalità dei ragazzini arrivati sul territorio. Oggi è un caos ovunque. Il fenomeno, che prima si riusciva a contenere, sta diventando tragico anche nelle comunità dove, trascorse massimo 72 ore nei centri di primissima accoglienza, dovrebbero essere collocati mediante Prefettura". Se un numero certo è impossibile averlo, considerati i tantissimi senza un nome e un tetto in giro per la città, una stima approssimativa possiamo provare a farla partendo da un dato pratico. Se nei commissariati dove si concentra il problema ogni giorno si presentano dai 10 ai 20 minori, siamo almeno a quota 50. «Nel commissariato Viminale la situazione è ancora peggiore rispetto a prima - spiega Domenico Pianese, segretario generale aggiunto Coisp - Ogni giorno si lavora per loro, abbiamo battuto tutti i record con 23 minori accolti negli uffici di via Farini. I centri contattati rispondono di non aver posto. Ma i commissariati sono in ginocchio: i bagni per il pubblico, a Viminale, sono rotti e i ragazzini devono utilizzare quelli dove gli agenti si cambiano". Ma non è finita qui, perché oltre ai tre "generosi" uffici di Polizia ci sono anche le caserme della Polizia Locale, prese d’assalto dai minori non accompagnati. La brandina sistemata nei locali del X Gruppo Mare di via Capo delle Armi è l’ennesima toppa cucita sull’inefficienza delle politiche sociali dopo il "servizio taxi" fatto dagli agenti anche oltre Regione. Non aiutano nemmeno le proposte "discutibili" di certa politica. Ad esempio la mozione approvata nel II Municipio per trasformare il quarto piano del parlamentino locale in dormitorio minorile aperto dalle 20 alle 8. Un ufficio pubblico, con carte e documenti riservati, messo a disposizione degli orfani di un’accoglienza che nessuno sembra più in grado di offrire. Ma le Chiese di Roma hanno il cuore grande dei poliziotti e dei vigili urbani? "Noi non abbiamo spazio" risponde il parroco della Basilica di San Lorenzo al Verano, a due passi dal commissariato che ospita ragazzini snobbati dai centri di primissima accoglienza, gli cede i buoni pasto e li copre con giubbotti e coperte rimediati con gare di solidarietà improvvisate.