VIA PIAN DUE TORRI

Roma Ciclista travolto e ucciso da un furgone alla Magliana

Silvia Mancinelli

Si può morire percorrendo una pista ciclabile? È successo nel tardo pomeriggio di ieri a Roma, dove il bike sharing è stata una chimera e gli amatori delle due ruote pagano cara l’assenza di manutenzione dei percorsi loro dedicati. Questa volta è toccato a un 47enne originario di Taranto, da anni residente nella Capitale. Intorno alle 18 si stava godendo il sabato di festa in sella alla sua bicicletta, pedalando dall’Eur in direzione del centro sulla pista ciclabile sul lungotevere della Magliana. Ma al momento di attraversare l’incrocio all’altezza di via Pian due Torri è stato falciato da un furgone in quel momento di passaggio. Per l’uomo nemmeno il tempo di chiamare l’ambulanza: è morto sul colpo per il trauma violentissimo con il mezzo prima e con l’asfalto poi. Sotto choc il conducente del furgone, di proprietà di una ditta privata che lavora per conto di Ama, fermatosi a prestare i primi soccorsi. «La colpa è solo delle condizioni vergognose nelle quali si trova la ciclabile Magliana, come pure le altre in città - ha commentayo Fausto Bonafaccia, presidente dell’associazione Bici Roma -. Questo incidente si poteva evitare, sarebbe bastata la manutenzione ordinaria. In quel punto manca sia la segnaletica orizzontale che quella verticale, a indicare l’incrocio. Oltretutto il canneto incolto copre la visibilità, obbligando i ciclisti quasi a lanciarsi, per capire se hanno libero o meno il passaggio». Sul posto i carabinieri e i vigili urbani, intervenuti per i rilievi. Appena tre mesi fa la stessa associazione di ciclisti guidata da Bonafaccia segnalò all'allora neo sindaco Virginia Raggia la condizione di degrado delle piste ciclabili. Era inizio luglio e a finire in ospedale con una clavicola rotta fu un amatore delle due ruote dopo un incidente all’altezza di ponte Milvio. Fra i tratti a rischio, indicati all’amministrazione, la parte più esterna della dorsale Tevere nord da Tor di Quinto a Castel Giubileo e a sud, appunto, da Magliana fino all’altezza Raccordo/via Ostiense. Anche il nostro quotidiano, in una recente inchiesta, ha evidenziato l’insicurezza di quella parte del tracciato.