Claudio Salini, l'imprenditore «ribelle» contro burocrati e lentezze

  Claudio Salini, non ha mai mollato un attimo quanto a voglia di costruire. Non solo case, ponti, strade e ferrovie. Ma anche valore per la sua impresa, la Ics Grandi Lavori, e soprattutto per il Paese. Già, Salini non riusciva a capire perché in Italia l’imprenditore che vinceva un appalto per migliorare la qualità infrastrutturale della nazione dovesse per forza scontrarsi con le lungaggini burocratiche e le opposizioni di qualunque genere da parte di tribunali, legali e committenti pubblici e privati. Accadde anche nel 2014 quando consegnò a Il Tempo una lettera, la stessa inviata al presidente del Consiglio Matteo Renzi, alla senatrice Laura Cantini, al presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, e a quello della provincia di Firenze, Andrea Barducci, lamentando lo stallo di un cantiere, quello della statale 429 tra Empoli e Castelfiorentino promosso da quello che sarebbe poi diventato primo ministro, e cioè lo stesso Renzi, e rimasto impantanato nella classica querelle amministrativa. Per la non esatta interpretazione di alcune circolari amministrative sugli espropri delle aree che avrebbero dovuto ospitare la strada, la provincia di Firenze consegnò i terreni in ritardo e il capitolato non fu rispettato. Una lettera cortese ma ferma per sollecitare la fine di un’opera pubblica pagata dai contribuenti e non finita solo per inadempienze amministrative. Un esempio di come Claudio Salini interpretasse la sua missione di imprenditore: piuttosto che cercare un accordo, una negoziazione per ottenere compensazioni, amava guardare in faccia e contestare in maniera chiara e diretta le storture di un sistema che ama frenare gli «animal spirits» di chiunque voglia fare impresa in Italia. Anche per questo modo di intendere il suo lavoro in maniera larga il suo lavoro portò fieramente la stampa e i privati cittadini sul tetto della stazione Termini di Roma per far constatare di persona come nonostante le difficoltà finanziarie della Capitale a Roma qualche grande progetto comunque andasse avanti. Era il 28 novembre dello scorso anno e Salini, elmetto da cantiere, fu cicerone entusiasta di un visita esclusiva per far conoscere l’avanzamento dei lavori della piastra creata sullo scalo ferroviario. Un’opera seminascosta ma che, a regine cambierà i connotati, della Stazione dotandola, come molte città avanzate, di un mega parcheggio sospeso sui binari. Per l’occasione nel cantiere aperto fu allestito un percorso iconografico semplice e didattico per far comprendere come l’ingegneria edile italiana, nonostante la crisi e la carenza di fondi per gli investimenti, fosse ancora settore ardito e tecnologicamente avanzato. Difficile non vedere nei suoi occhi proiettati su quell’immenso ponte di cemento calato sui binari l’orgoglio che ogni ingegnere prova nel vedere realizzata la sua maquette e i complicati calcoli di struttura. E difficile non riconoscere la voglia di condividere i risultati con il suo staff di progettisti. Sì, Claudio Salini, era il punto di riferimento di un gruppo che in dieci anni è diventato un’azienda leader nel mercato delle grandi opere Infrastrutturali. Ingegnere civile-idraulico, era un figlio d’arte che, dal 1992, aveva messo nelle sue priorità il settore infrastrutturale, riuscendo a trasferire l’esperienza maturata nel settore delle costruzioni e le competenze gestionali acquisite nell’area della governance, della Merger & Acquisition e dell’International Tenders, nella sua creatura. Una realtà in crescita con un oggi in pancia un portafoglio lavori di oltre 700 milioni di euro, e più di 15 cantieri aperti in Italia e nel Bacino del Mediterraneo, una cifra d’affari in lavori di oltre un miliardo di euro e con la costante e parallela attività di consolidamento nel mercato attraverso una holding finanziaria, una società di costruzioni “S.A.L.C.”, un Consorzio Stabile, diverse società consortili e una società di progetto per iniziative immobiliari. Una realtà forte nel settore del general contractor nell’edilizia civile, industriale e di restauro, per committenti pubblici e privati sia nel territorio nazionale che estero, salita al 20° posto della classifica Top 50 - 2014 italiane. Nelle note del sito web una frase conferma la voglia di Salini di contribuire non solo al successo della sua azienda ma anche lo spirito civile dell’imprenditore: «...giunti all’ultimazione e all’inaugurazione di oltre 25 opere, con la conseguente fruibilità delle stesse da parte della pubblica utilità».