Dal prof molestie e ingiurie alle allieve
Nel 2014 è finito a processo per violenza sessuale, molestie e ingiurie dopo la denuncia di quattro allieve, accusato di aver palpeggiato il seno a una di esse e di aver distribuito «complimenti» e grevi perle di saggezza ad altre liceali, dalla frase «potresti fare l'escort ad Arcore» a quella sulle donne che «dopo il parto ce l'hanno larga come la Porta di Napoli». Ieri G.S., professore di storia dell'arte al liceo Cavour, è stato ascoltato a lungo in aula a piazzale Clodio nell'ultima udienza prima della sentenza prevista per ottobre. Il docente, che ha esordito rivendicando di aver sempre dispensato «buoni consigli« alle sue classi e di aver dissuaso diverse allieve dall'intento di suicidarsi nel corso della carriera, ha respinto l'accusa di violenza sessuale. Nel farlo ha voluto ricordare di aver consigliato ad un'altra allieva, una volta appreso della sua simpatia per un compagno e vedendola distratta in classe, di «mantenersi pura il più a lungo possibile». «Ricordo di aver detto una volta ai ragazzi, che mi chiedevano perché fossi vestito in modo più elegante del consueto, che sarei andato a una cena di Berlusconi», ha poi detto il docente. Poco prima in aula una delle ragazze querelanti aveva invece ribadito di aver subito l'offesa con allusione alle serate di Arcore dal professore, che avrebbe commentato il suo abbigliamento. Non sono mancati momenti surreali, come quando il professore ha dovuto giustificare altre uscite davanti alle allieve attribuitegli dall'accusa come quella sulla «moglie immaginaria» cui doveva rivolgersi a causa della "menopausa" di quella reale. «Avrò detto semmai 'ho sposato una donna reale ma vivo con una virtuale», ha rintuzzato il prof. «Accidenti alla mia goliardia» si è anche rammaricato davanti ai giudici minimizzando un'altra battuta. Normale e «a fin di bene», secondo la difesa del docente, anche la scelta di mostrare in classe alla ragazze un disegno che mostrava delle parti anatomiche. »Non c'era nulla di osceno, volevo spiegare la discesa dell'ovulo», ha detto commentando l'iniziativa che all'epoca sollevò le proteste durissime di alcuni genitori. Il docente ha difeso a spada tratta anche la prassi, da lui introdotta nella classe, di nominare a turno una »segretaria personale" (scelta di preferenza tra le femmine della classe) incaricata di raccogliere i compiti e di altre incombenze pratiche. «La definirei piuttosto un'assistente», ha detto l'insegnante correggendo più volte pm e avvocati, motivando la scelta con «finalità didattiche».