Rimpatriato Mailat sconterà l’ergastolo in Romania
Sconterà l’ergastolo in Romania, Romulus Nicolae Mailat, il muratore che massacrò e uccise la povera Giovanna Reggiani nei dintorni della stazione ferroviaria di Tor di Quinto nell’ottobre del 2007. A seguito delle sentenze penali emesse dal Tribunale di Roma (confermate dalla Suprema corte) e nell'applicazione del principio del reciproco riconoscimento delle stesse sentenze nell'Unione Europea, ieri lo Scip ha consegnato Mailat a Bucarest nelle mani delle autorità romene. Si chiude così il cerchio su una vicenda terribile conclusa con la morte di una donna che stava rientrando a casa dopo una giornata di shopping e con la condanna a «fine pena mai» nei confronti dell’aggressore. Una vicenda assurda quella di Giovanna Reggiani che in una giornata di inizio autunno ebbe l’unico torto di passare, dirigendosi verso casa, vicino al suo aggressore. Secondo quanto ricostruito durante i processi che hanno stabilito in via definitiva la colpevolezza di Mailat, la Reggiani venne aggredita nelle vicinanze di un campo nomadi nel quale era alloggiato il muratore immigrato. La donna fu avvicinata da Mailat nella stradina che collega la stazione di Tor di Quinto al centro del quartiere. Lì, in una zona piuttosto isolata, la donna venne aggredita dall’operaio e picchiata violentemente. Poi un tentato stupro, a cui la Reggiani tentò di scampare graffiando l’uomo sul viso e sulla schiena; poi le ulteriori botte. Pochi minuti tremendi in cui la furia dell’uomo ebbe la meglio sulla difesa disperata della cinquantenne moglie di un ufficiale di marina. Dopo, riportano le sentenze ormai passate in giudicato, Mailat trascinò la donna fino ad una scarpata e, semplicemente, senza nessun briciolo di coscienza, la gettò nel dirupo lasciandola seminuda e in condizioni disperate; la donna verrà ritrovata in stato di coma e morirà dopo qualche ora senza mai riprendere conoscenza. Mailat poi, non contento di quanto portato a termine, derubò la donna della borsa e dei documenti, tanto che gli investigatori riuscirono a risalire all’identità della donna solo in seguito alla denuncia disperata del marito che si era rivolto alla polizia non riuscendo a mettersi in contatto con la propria consorte. Giovanna Reggiani morirà dopo 24 ore in cui i medici tentarono in tutti i modi di rianimarla. Ad incastrare l’operaio immigrato furono le tracce lasciate dai vani tentativi di difesa della donna, ma a indirizzare gli inquirenti verso il colpevole fu una donna che viveva nello stesso campo nomadi in cui era alloggiato Mailat e che raccontò agli investigatori di avere visto il connazionale mentre trascinava il corpo inerme della Reggiani verso la scarpata in cui poi fu fatta cadere. In primo grado il processo per uno degli omicidi più cruenti di quegli anni si concluse con una condanna a 29 anni poi riformati con la pena dell’ergastolo dalla Corte d’appello. Ergastolo che Mailat ora sconterà nel suo paese natale.