Porte allarmate contro le occupazioni
La Capitale delle occupazioni si dota di un allarme anti-abusivi, un dispositivo applicato direttamente sui blindati d’ingresso che, in caso di scasso, aziona la sirena allertando in contemporanea la centrale operativa dell’Ater, a sua volta in contatto con le forze di polizia. E’ l’ultima, drastica iniziativa voluta dall’azienda di edilizia residenziale per mantenere liberi, quindi assegnabili, alloggi popolari e locali commerciali: «Il vecchio sistema, murare porte e finestre, non dava i risultati sperati, sfondavano tutto e precludeva l’ingresso anche ai nostri operai nei casi in cui si rendeva necessaria una ristrutturazione - spiega Claudio Rosi, direttore generale di Ater - siamo poi passati ai blindati in acciaio, ma restavano le difficoltà, una volta abbiamo beccato due pseudo-operai con in mano una carotatrice, invece oggi l’allarme ci permette di arrivare sul posto nel giro di 30 minuti, e sventare il tentativo di occupazione». Il "servizio", aggiudicato con gara al gruppo Vpsitex ad un costo di 180mila euro per tre anni, dopo una prima fase di sperimentazione oggi è attivo per 76 appartamenti e 74 locali distribuiti tra il centro e la periferia, proprietà liberate e quindi a rischio occupazione: «Negli ultimi due anni abbiamo cominciato una lotta all’abusivismo senza quartiere - continua Rosi - in totale abbiamo recuperato più di 400 alloggi occupati abusivamente, nella maggior parte dei casi da parenti dei legittimi assegnatari che si erano stabiliti in queste proprietà senza averne diritto, la media è di cinque operazioni a settimana ed è normale che, a questi ritmi, abbiamo dovuto pensare a un sistema di protezione nel periodo che intercorre tra la liberazione dell’appartamento e l’assegnazione a favore del nuovo inquilino». Almeno due mesi di tempo, che raddoppiano qualora si renda necessaria anche la ristrutturazione, durante i quali gli aspiranti occupanti tentano il colpaccio: sfondare, entrare, evitare lo sgombero giocando la carta del disagio sociale e assicurarsi così una casa a canone zero. Un copione che si è ripetuto negli anni e più volte ha funzionato. Oggi, l’allarme, dovrebbe anche fungere da deterrente: «E’ stato azionato diverse volte - ricorda il dg - nonostante i cartelli che indicano la porta allarmata qualcuno ci ha provato, sperando che l’allarme non funzionasse, poi sentita la sirena sono scappati». In altri casi, hanno puntato direttamente al muro: «E’ successo a Centocelle, sapevano che il vps avrebbe fatto scattare l’allarme allora, armati di picconi, hanno cominciato a sfondare il muro di fianco all’ingresso, una scena assurda, ma siamo arrivati in tempo e non sono entrati». Tra la segnalazione alla centrale operativa dell’Ater, in contatto coi vigili della municipale, e l’arrivo sul posto non dovrebbero passare più di 40 minuti, ciò che dovrebbe permettere «di individuare gli abusivi mentre sono ancora al lavoro con gli attrezzi in mano». Guardando all’intero patrimonio, circa 50mila proprietà tra residenziale e non residenziale, in seguito alla legge-sanatoria della Regione del 2006 si stima che gli immobili attualmente occupati senza titolo siano circa 3mila 500, per lo più "tramandati" in ambito familiare. Stando ai numeri dell’azienda, la novità ha comunque prodotto buoni risultati: se prima, su un totale di 100 appartamenti liberati 80 venivano rioccupati praticamente subito, oggi la tendenza si è nettamente invertita. «Il budget che avevamo fissato come base d’asta era pensato su scala triennale - conclude Rosi - è evidente che, liberando così tanti alloggi, non sarà sufficiente quindi a breve, entro l’estate, bandiremo una nuova gara per la gestione del servizio: coi nostri numeri, 50mila proprietà da gestire, è comunque un risparmio se consideriamo che la guardiania costerebbe non meno di 500 euro al giorno».