Vanzina vittima del Madoff dei Parioli: «Ho perso i soldi come un fesso»
Il processo sulla truffa da centinaia di milioni di euro ideata da Gianfranco Lande, il «Madoff dei Parioli», entra nel vivo. Il Tribunale di Roma ha ascoltato testimoni eccellenti finiti nell’ipotizzato raggiro: l’ex parlamentare Paolo Guzzanti, il regista Enrico Vanzina e l’ex calciatore della Roma, Stefano Desideri. Sono 170 gli investitori che si sono affidati a Lande, che avrebbe attuato un «sistema» per far sparire il denaro affidatogli da vip dello spettacolo, sport e politica, e da professionisti. Secondo il sostituto procuratore Luca Tescaroli, il "Madoff dei Parioli" avrebbe avuto una vera e propria squadra di broker che sarebbero riusciti a incamerare denaro per centinaia di migliaia di euro facendolo poi finire in un circuito di investimenti da dove si sarebbero perse le tracce. Una sospetta ingegneria finanziaria del crimine con Lande come orchestratore. Guzzanti, Vanzina e Desideri sono comparsi ieri mattina per raccontare i fatti. Guzzanti ha dichiarato di non aver investito soldi propri, ma di essere stato costretto a occuparsi del denaro investito dalla madre, circa 600 milioni di lire, e 50mila euro della sorella. Stando a quanto ha spiegato, dall’operazione avrebbe subito un danno di circa 150mila euro. Ammonta a un milione 50mila euro, invece, il danno patito dai fratelli Enrico e Carlo Vanzina, che avevano affidato a Giampiero Castellacci de Villanova, socio di Lande, i «diritti d’autore legati ai film di mio padre e per i quali erano stati prospettati interessi del 6-7 per cento». Enrico Vanzina ha raccontato: «Mi fidavo pienamente di Castellacci De Villanova, al quale mi legava un’antica amicizia. Io che ho fatto cinema in tutta la mia vita, non mi sarei mai aspettato di essere protagonista di una storia triste, malinconica, nella quale faccio anche la figura del fesso dopo essere stato tradito e ferito da chi consideravo un amico». «Il danno maggiore - ha concluso Vanzina - non è solo nei soldi persi, ma anche per il processo mediatico che ha fatto apparire il mio nome sui giornali. Quasi avessi fatto qualcosa di male». Il regista ha spiegato che su di lui « è stato sollevato il sospetto, come se avessi commesso qualcosa di male. Io, che lavoro onestamente e pago le tasse, volevo investire semplicemente i miei guadagni». Spiega che fu «Castellacci a raccontarmi dell’obbligazione che ci avrebbe dato un rendimento al 6-7 per cento. Con Castellacci c’era un rapporto di fiducia mentre di Lande mi dissero che era lo stratega degli investimenti». Tuttavia i fratelli Vanzina sono rimasti vittime di questo sospetto "sistema" illecito. «Guardi - ha concluso volgendo lo sguardo al giudice - io attraverso i miei film ho sempre cercato di raccontare il cervello umano, le sfumature. Ma in questo caso non so davvero cosa dire, getto la spugna». Desideri, infine, ha dichiarato di aver perso una somma significativa, circa 500 mila euro. «Fui attratto dagli interessi vantaggiosi - ha detto - circa l’8%. Quando chiesi il disinvestimento dei miei soldi mi restituirono solo 50 mila euro».