Cadavere di un trans Giallo al San Camillo

Il seno nudo, la faccia scavata, i capelli neri raccolti, e le braccia magrissime ripiegate sul petto rimasto fuori da un paio di coperte colorate. Aveva gli occhi chiusi ma non stava dormendo. È così che è stato ritrovato il cadavere di un transessuale, ieri mattina, in una delle grotte nei pressi della sala mortuaria dell’ospedale San Camillo Forlanini a Monteverde. A intravedere per prima il corpo senza vita, quasi completamente nudo, disteso per terra, a pancia in su, in mezzo a polvere e rifiuti, sotto l’arco di mattoni del terrapieno, è stata una donna albanese, forse una senza tetto, che verso le 8.30 del mattino si aggirava nei dintorni dell’obitorio, in cerca di qualcosa da mangiare, forse dopo aver trascorso la notte nella zona frequentata da barboni di notte. LA BARBONA È stata lei a dare l’allarme al 118, la cui sede dista solo pochi metri dal luogo del rinvenimento. I sanitari corsi sul posto si sono ritrovati davanti una scena raccapricciante: la salma già con evidenti segni scuri, indizio di una morte non recente, con il vistoso seno rifatto che solo apparentemente poteva far pensare ad una donna. E infatti scostata la coperta, che lasciava parzialmente scoperte solo le gambe, lo slip, unico indumento indossato, ha rivelato la vera identità sessuale dell’uomo, sui 40 anni. Sul posto sono intervenuti immediatamente gli agenti del vicino commissariato Monteverde diretto da Antonio Roberti, la Scientifica, vigili del fuoco e Municipale. IL GIALLO Forse era malato. Non si sa ancora se si tratta di una morte naturale o di altro. Sul corpo non sono stati rilevati, almeno ad una prima ricognizione, segni di violenza. Appare strano però che con il freddo di questi giorni, un senzatetto che trascorra la notte in un posto simile all’aperto, possa aver dormito nudo solo con una coperta. LA TESTIMONE Chi ha dato l’allarme ha raccontato che «il cadavere era all’interno della grotta chiusa dall’esterno». Ipotesi che potrebbe far pensare che il cadavere sia stato trasportato lì. Ieri infatti il cancello di ferro che dà accesso al luogo era chiuso da una catena con il lucchetto. All’area, conosciuta come le grotte del San Camillo, si accede dalla Salita San Carlo, una viuzza laterale su via Portuense, all’altezza del benzinaio prima del ponte ferroviario, un ingresso conosciuto e praticato soprattutto dai dipendenti dell’azienda ospedaliera di Monteverde, il cui ingresso principale è su Circonvallazione Gianicolense. TERRA DI NESSUNO Il complesso del San Camillo-Forlanini, con i suoi padiglioni dislocati su un’area vastissima di 40 ettari - e per controllarli ci vorrebbe un esercito - è da sempre rifugio di sbandati e barboni. Presi particolarmente di mira sono il padiglione Puddu, l’Antonini, quasi completamente smantellato e in attesa di ristrutturazione, e il padiglioni Bassi, dove al piano terreno è stata di recente inaugurata la dialisi che precendentemente si trovava al Forlanini. Già in passato il problema era stato denunciato dal sindacato Nursind degli infermieri. Ma ancora non è stato risolto. Terra di nessuno anche l’area del Forlanini ormai quasi completamente dismessa. «L’annuncio della chiusura del Forlanini annunciata e puntualmente rinviata da tre anni a questa parte dovrebbe essere arrivata al termine il 31 dicembre - conclude il sindacato Nursind -, nel frattempo continuano ad arrivare altri sbandati».