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Nuovo test papilloma virus, risposta in un'ora

Azzerate le attese angosciose, tempi rapidi per diagnosi e eventuali terapie ginecologiche

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Un centro di eccellenza che offre servizi a 360 gradi per le donne. È una strade intrapresa dal Fatebenefratelli dell'Isola Tiberina per riqualificare l'ospedale già rinomato e «gettonatissimo» per i parti. Un punto di riferimento per la prevenzione dove un team di specialisti accompagna la donna nel processo diagnostico e poi, eventualmente, terapeutico con un intervallo di tempo estremamente breve tra un passaggio e l'altro. Lo ha ribadito ieri il direttore amministrativo del nosocomio Caterina Miscia nel presentare «Prevenzione Donna in 60 minuti» e cioè un nuovo test del papilloma virus con risposta entro un'ora dal prelievo. L'ospedale sarà l'unica struttura laziale a eseguirlo. Il test è stato offerto, ieri, gratuitamente a 100 donne; da oggi al costo di cinquanta euro che equivale a un ticket (la nuova metodologia non è ancora prevista dal Ssn ma è partita la procedura per proporla). «L'infezione del papilloma virus è la causa da cui inizia il cancro al collo dell'utero - ha spiegato il ginecologo Edoardo Valli - il virus penetra nella mucosa approfittando di microlesioni e infetta le cellule. Nel corso degli anni può trasformarsi in neoplasia. Bisogna evitare di arrivare a questo». Basta un prelievo di cellule cervicali per individuare, attraverso il nuovo test a risposta rapida, la presenza del Dna del papilloma virus ad alto rischio: sono 15 i genotipi dell'Hpv pre-cancerogeni. Di questi la varietà 16,18 e 45 si associa al 75% dei casi di cancro alla cervice uterina. La maggior parte delle infezioni genitali da Hpv regredisce spontaneamente. «Ma 3.200 casi possono avere una persistenza del virus - ha proseguito Valli - Di questi il 2,5% sviluppa lesioni di alto grado e il 10% può evolversi con un cancro al collo dell'utero. In Italia si verificano ogni anno 3500 nuovi casi di tumore della cervice e 1500 decessi. Non è più giustificabile morire per carcinoma al collo dell'utero. Questo test Hpv sarà una nuova arma». Mauro Rongioletti, responsabile della sezione di Diagnostica molecolare del Fatebenefratelli: «Diminuire il tempo di risposta è molto importante perché permette di organizzare subito l'intervento ambulatoriale e indirizzare senza ulteriori ritardi alle pratiche ginecologiche del caso, con conseguente esecuzione della colposcopia ed eventualmente biopsia. Aspettare otto-dieci giorni per una risposta crea inutile e dannosa ansia con ricerche affannose su internet». Tutto questo non significa che il pap test va in pensione. «Il pap test rileva le alterazioni citologiche e resta un'arma di prevenzione essenziale - ha spiegato il biologo e andrologo Fabrizio Papa - Non esiste un marcatore ideale unico, la soluzione è la combinazione di vari test». Chi deve eseguire quello dell'Hpv? «Sotto ai 21 anni non è raccomandato, l'età dai 21 ai 29 è invece quella a più alto rischio di infezione, dai 30 ai 65 anni va eseguito e ripetuto ogni 3-5 anni se il risultato è negativo». E l'universo maschile visto che l'hpv si contrae soprattutto con i rapporti sessuali? «Anche l'uomo contrae il virus Hpv - ha aggiunto Papa - ma difficilmente si sottopone al test. Anche perché nell'uomo il virus non evolve in cancro genitale ma comunque può contribuire a quello prostatico e uretrale. E a livello cutaneo provoca verruche». La sfida che lancia il team del Fatebenefratelli è coinvolgere più maschietti nella prevenzione. Ma sarà dura sradicare questa riluttanza. «Per ora si presentano qui solo se la compagna sta male. Su tremila test eseguiti nei mesi scorsi, solo 186 erano maschili. E quasi tutti si sono rifiutati di fare il prelievo uretrale». Comunque per prenotarsi basta telefonare allo 06.6837898.

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