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Un parco archeologico dai Fori all'Appia

È il sogno di Marino: «La nostra responsabilità è proteggere i beni di Roma»

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«Se il Colosseo fosse stato a Sidney o da un'altra parte del mondo non ci saremmo mai chiesti se fosse o meno da considerarsi rotonda spartitraffico o spettacolo da tutelare. L'ex sindaco Argan diceva: «O le automobili o i monumenti». Noi la scelta l'abbiamo fatta chiara: siamo per i monumenti, per la loro tutela e fruibilità. Abbiamo iniziato con i Fori. E ora, dal 4 agosto, Piazza di Spagna sarà interamente pedonale». Va a tremila il Sindaco Marino. L'occasione è di quelle ghiotte: l'affollato convegno «Mettiamoci all'opera», organizzato ieri pomeriggio in collaborazione con il gruppo Sel dell'assemblea capitolina, nel complesso, bollente per l'afa, dell'ex Pantanella al Circo Massimo. Professori universitari, esperti di urbanistica e d'arte (non è passato inosservato l'ex assessore alla Cultura della giunta Alemanno Umberto Croppi), tra i presenti e relatori. Obiettivo: condividere tre progetti-chiave per la città. Quello di integrazione dell'area archeologica centrale (Palatino, Foro Romano e Fori Imperiali) con l'Appia Antica, la creazione del Museo della Città e dei Nuovi Atelier del Teatro dell'Opera. «Ripartire dai Fori», dunque, «per avere un turismo di qualità che risponda ad un'offerta culturale e ad una qualità urbana adeguate». Così, il Primo cittadino ha preso la palla al balzo per fare il punto. «Fare un giro più lungo in auto per la salvaguardia del patrimonio archeologico è un'idea che deve ancora penetrare nella mente dei romani» ha riconosciuto. «Ma noi continueremo con questa visione. Mi convinco sempre di più, ad esempio, della possibilità di realizzare un tram di ultima generazione, silenziosissimo e con le porte trasparenti, che attraversi la parte che va dal Colosseo a piazza Venezia, che sia anche un'opportunità per i turisti», chiosando «Il nostro modo di vedere le cose è stato apprezzato pure dal New York Times, ha avuto meno successo nel quartiere Monti, ma ce ne faremo una ragione. Abbiamo l'onore di vivere in una città come la nostra e la responsabilità di proteggere i suoi beni». E, ancora, l'impegno con il ministro Franceschini «la creazione di una Commissione per studiare la zona archeologica centrale, un progetto che aspetta da 157 anni», annunciando pure che «21 stazioni della linea C della metro verranno consegnate entro fine d'anno» («prima era tutto a data da definirsi). Il comitato «Ripartiamo dai Fori» (cittadini, associazioni e personale politico e amministrativo del Comune), ha presentato nel corso dell'incontro - avviato in modo «irrituale» con un frammento di musica dell'Oreste di Euripide partito solo dopo il terzo tentativo con l'arrivo del Sindaco - il manifesto «Forma Urbis» per la «rinascita culturale della città». «Integrare Appia Antica e area archeologica centrale in un unico grande parco pubblico, corridoio biologico e culturale: il riferimento è al grande progetto culturale avviato negli anni ‘70 durante le amministrazioni dei sindaci "di sinistra" Argan e Petroselli», ha ricordato il vicesindaco Luigi Nieri. «È forse il progetto più grande su Roma mai pensato, rivedendo anche l'economia della città». E poi ci sono le altre due «iniziative strategiche»: i nuovi atelier del Teatro dell'Opera, per cui si prevede il trasferimento in strutture moderne dei laboratori ora inadeguatamente ospitati in via dei Cerchi, e il Museo della città (in via dei Cerchi) che permetterà di valorizzare tutto il patrimonio romano tramite tecnologie digitali. Come anche di costituire la «Porta dei Fori», bussola di orientamento per l'intero riassetto dell'area.

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