Solo Nunzio Pizzacalla resta in carcere
Dietro le sbarre resta soltanto il «pappone» Nunzio Pizzacalla, nel procedimento sulla due baby squillo di 15 e 14 anni. Ieri, infatti, anche Mirko Ieni ha lasciato il carcere per gli arresti domiciliari. La stessa misura disposta anche per Marco Galluzzo, con cui cedeva la cocaina alle due liceali. Obbligo di firma, invece, per la mamma di una delle minori e per il commercialista Riccardo Sbarra. Questo il quadro generale del procedimento che ha infiammato le cronache giudiziarie dello scorso autunno e che ha sconvolto non solo l’intra Capitale ma anche tutto il nostro paese dove la notizia è rimbalzata a macchia d’olio. A breve , dunque, potrebbe arrivare a processo. Perché il quadro investigativo del procuratore aggiunto Maria Monteleone è ben saldo e suffragato dagli accertamenti dei carabinieri del Nucleo investigativo, al comando del colonnello Lorenzo Sabatino. Così, è emersa una vera e propria rete finalizzata a sfruttare le due liceali che, nel corso dell’udienza di incidente probatorio, hanno confermato il giro di prostituzione in cui erano finite. Tuttavia la Procura ha tra le mani un fascicolo bis sulle baby squillo. Un troncone che potrebbe porre l’accento sul secondo livello di clienti di entrambe le giovani ragazzine. L’indagine avrebbe consentito di individuare una lista di 40 vip, professionisti, imprenditori, manager e personaggi vicini al mondo della politica. Nomi e cognomi di clienti di alto livello, che avrebbero versato cospicue somme pur di avere rapporti sessuali con le due minorenni. Agli atti, dunque, c’è già questa lista «nera» di persone che avrebbe pagato centinaia di euro per incontri a luci rosse nella casa della «Roma bene», in via Parioli. Nei documenti, all’attenzione degli inquirenti, nomi e cognomi di personaggi «pubblici» di chi cioè, adesso dovrà dimostrare di aver avuto rapporti sessuali con le due ragazze senza essere a conoscenza che fossero minorenni.