Tinto Brass e l’Urlo del dissenso
Grande omaggio ieri alla 19 in onore del Maestro dell’erotismo, Tinto Brass , alla casa del Cinema. Dopo la proiezione de «L’urlo», uno dei film brassiani più espressivi della filmografia brassiana, interpretato da Gigi Proietti e Tina Aumont (doppiata da Mariangela Melato ) c’è stato il l’incontro con il regista veneziano. L’evento è stata anche un’occasione anche conoscere le vicissitudini di una pellicola bloccata per censura dal 1968 al 1974 e ripercorrere i momenti più significativi della carriera del regista: un percorso artistico unico, fatto di ricerca, di trasgressione, erotismo e soprattutto libertà. «Sono lieto di ricevere questo speciale omaggio - ha detto Brass. Sono fiero de "L’Urlo" ma devo confessare che mi è costato parecchio, perché fu questo il film per cui persi l’occasione di girare "Arancia Meccanica". L’Urlo è un film del sessantotto e non sul sessantotto. A Londra, dove girai le riprese, respiravo ogni giorno gli umori rivoluzionari che aleggiavano nell’aria. Penso che questo mio lavoro sia una delle espressioni più esatte e puntuali di quel periodo. Il senso? Più che di senso bisognerebbe parlare di non senso: nel senso di dissenso, cioè rifiuto di un mondo totalmente dissennato». «L’urlo», del cui soggetto Tinto Brass è anche autore della sceneggiatura e del montaggio, prosegue con coerenza un discorso cominciato nel 1964 con «Chi lavora è perduto» sulla tragica condizione dell’uomo moderno. Il film non narra una storia, come avverte al suo inizio ma vuole essere una testimonianza: un’esplosione di rabbia. Il grido di gioia disperato di chi tenta di uscire dalla palude di un mondo carico di violenza, di meschinità e di miseria. Brass è stato recentemente omaggiato anche alla Mostra di Venezia con il film documentario «Istintobrass» del regista Massimiliano Zanin . Tra i vip accorsi a salutare il Maestro e la sua musa, Caterina Varzi , c’erano anche tanti amici, tra i quali, l’avvocato Vincenzo Siniscalchi .