La magia del Settecento veneziano nelle note dell’Accademia Barocca
Un pezzo illustre dell’Orchestra Sinfonica dell’Accademia Nazionale di S.Cecilia in Roma – l’ensemble Accademia Barocca di S.Cecilia – dalla capitale il prossimo 4 settembre si sposterà e raggiungerà Viterbo, per un importante concerto. La città è stata sede quarantennale del Festival Internazionale del Barocco, prima che esso si congiungesse col Tuscia OperaFestival, condividendo con esso le locations, il general manager Claudio Ferri e il direttore musicale Stefano Vignati. A Viterbo, nella bellissima chiesa quattrocentesca di S.Maria della Verità, il concerto di mercoledì alle ore 21 dell’Accademia Barocca di S.Cecilia (che è nata nel 2005, dalla costola della rispettiva Orchestra Sinfonica) esalterà, con la propria musica, «I gioielli della Serenissima». Che sono poi quel che di meglio la Scuola Musicale Veneziana del secolo XVII - assai diversa dalla Scuola Romana col suo capostipite Pierluigi da Palestrina - ci ha lasciato in eredità perenne. Tale Accademia Barocca, diretta dal grande specialista Federico Maria Sardelli, nella presente occasione seguirà la bacchetta di Stefano Vignati, direttore stabile del Tuscia OperaFestival, conoscitore sottile della musica barocca e segnatamente di Mozart, i cui capolavori di teatro musicale non mancano mai nella programmazione del Festival. Il Settecento veneziano dunque delizierà le nostre orecchie, a partire da Tomaso Albinoni, compositore, violinista, attivo alla corte di Baviera: amò l’oboe e compose quattro concerti per tale strumento e altri quattro per due oboi, venendo apprezzato e studiato da Bach. Si passerà quindi ai due fratelli - esponenti sempre della scuola veneziana - Alessandro e Benedetto Marcello, del cui ultimo ognuno ha nelle orecchie un Adagio bellissimo immortalato nel film ormai lontano nel tempo «Anonimo veneziano». Quel meraviglioso adagio oggi è attribuito al fratello Alessandro, autore anch’egli di raffinata musica fra cui sei Concerti per oboe, uno dei quali – in re minore per oboe, archi e basso continuo – fu studiato e trascritto per cembalo da Bach. Infine si giungerà ad Antonio Vivaldi, il «prete rosso» così chiamato per i capelli fulvi. Di lui - figura centrale della musica barocca italiana, cui spesso Bach si è rifatto, e non soltanto nel suo famoso «Concerto italiano» - Stefano Vignati dirigerà, col suo gesto orchestrale delicato, il «Concerto per liuto e orchestra RV 93», che avrà per esecutore solista Simone Vallerotonda (specialista anche di tiorba). Il brano, forse del 1730, è stato composto mentre Vivaldi si trovava a Praga, impegnato in opere liriche per la corte (fra cui «Agrippo» di recente scoperta). Ma il concerto dell’Accademia Barocca comprende anche brani di Vivald i per due oboi, in cui il senso veneziano del colore – che trionfa nella pittura del Rinascimento lagunare – affiora in tipiche pennellate degli strumenti solisti: dell’ensemble infatti fanno parte Paolo Pollastri, primo oboe solista, e Simone Bensi secondo oboista. E non va dimenticato che gli strumenti in uso presso l’Accademia Barocca di S.Cecilia sono originali dell’epoca, o fedeli ricostruzioni di tali originali. Il concerto di Viterbo sarà poi inciso in un prossimo CD, per l’etichetta Dynamic. Un ultimo appuntamento proposto dal Festival Barocco è quello con la prima edizione del Festival Alessandro Stradella (8-15 settembre) che si terrà a Nepi a cura dello specialista barocco Andrea De Carlo, che peraltro ha già collaborato con il predetto festival barocco alla quarantaduesima edizione.