Ultimo coro per Little Tony: «Cuore matto...»
C’erano le Ferrari del club Appia Antica, di cui era presidente onorario, c’erano gli amici e i colleghi di una vita intera, i pilastri sui quali si è retta una carriera lunga quarant’anni, la figlia Cristiana e i nipotini. Ma soprattutto c’era il suo pubblico, una folla di persone arrivate da tutta Italia per dare l’ultimo saluto a Little Tony. Ieri mattina il santuario del Divino Amore, una chiesa già di per sé enorme, non ce la faceva a contenere quei ragazzi oggi cresciuti che con le sue canzoni e i musicarelli si sono innamorati nell’Italia del boom economico. Sessantenni e oltre vestiti come Elvis Presley, donne ieri composte e segnate dal dolore che a ritmo di «Un cuore matto» o di «Riderà» hanno trascorso la loro gioventù fasciate da strettissimi pantaloni a campana e fiere di quelle frange sui giacchetti di pelle invidiate prima a qualche attrice dei film in bianco e nero. Antonio Ciacci, l’artista di Tivoli che ha portato l’America nel Belpaese, il suo ultimo spettacolo lo ha fatto ieri, il giorno del suo funerale. Per lui il santuario del Divino Amore si è trasformato in un palco commovente e stracolmo di gente vera, semplice, gente comune che per lui ha pianto stavolta lacrime di addio. Intorno al suo feretro gli affetti più cari, la figlia e i nipoti, l’inseparabile fratello Enrico la cui chitarra accompagnava i tanti concerti. E poi i colleghi - complici spesso, rivali altre volte - come Bobby Solo, Gianni Morandi, Edoardo Vianello, i Cugini di Campagna, Rita Pavone, Gigliola Cinquetti, Tony Renis, gli amici di una vita intera come Mara Venier, Pippo Baudo, Fiorello, Lorella Cuccarini e lo storico manager Pasquale Mammaro. Commosso anche padre Pasquale che Little Tony lo conosceva e lo seguiva spiritualmente da molti anni: uno dei pochi al quale aveva confidato la malattia che in tre mesi lo ha strappato alla vita e a quel rock che, senza di lui, non sarà mai più lo stesso. Presente al funerale anche il sindaco Alemanno che, dopo aver zittito un paio di contestatori con un «Non è il momento di far politica», ha salutato il cantante «che ha rappresentato un modo di essere e di vivere. Una persona diretta, solare, appassionata che ha incarnato la faccia più pulita della nostra città». Ad accompagnare l’uscita del feretro dalla Chiesa, di cui lui stesso era parrocchiano, le note di ìCuore Matto». La colonna sonora di un paese intero, che ieri ha salutato per l’ultima volta Antonio Ciacci.