Il vestito in saldo fa tutto esaurito In periferia acquisti a meno 15%

Tresettimane di vendite di fine stagione e un andamento molto altalenante, dopo un inizio decisamente positivo che ha fatto pensare che il periodo più difficile per i commerciati fosse ormai alle spalle. La paura ora però è che si possa tornare ai bilanci degli anni passati con il segno meno a prevalere su tutto il resto. Lontano, infatti, sembra ormai l'incremento del 10-15% di vendite che ha caratterizzato il primo weekend dei saldi e che ha portato Roma ad essere la città in controtendenza rispetto al resto d'Italia. Le associazioni di categoria sono spaccate sui dati, come spesso accade, ma unite nel temere che i benefici del primo weekend svaniscano o siano già svaniti. «Siamo ad oggi al meno 5,10% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno – chiosa Valter Giammaria, presidente della Confesercenti provinciale – speriamo soltanto di non peggiorare nelle prossime tre settimane ma certo questi numeri ci fanno molta paura». Qual è il motivo di questa frenata? «Evidentemente l'entusiasmo di comprare dei romani dopo non averlo fatto durante il periodo di Natale è durato giusto il tempo di un paio di giorni – secondo Giammaria – poi le vendite sono crollate soprattutto nelle zone non centrali della città dove registriamo perdite anche del 15% rispetto a un anno fa». Il centro dunque regge per il leader della Confesercenti, grazie soprattutto ai turisti. Anche per Confcommercio Roma «il centro della città tiene di più della periferia - dice Roberto Polidori - i negozi stanno lentamente esaurendo taglie e colori degli abiti, segno che i romani acquistano ancora e che forse l'entusiasmo delle vendite di fine stagione non si è spento poi così tanto». I negozi scontano ormai da un paio di giorni tutto, o quasi, al 50%. Ieri in centro si vedeva ancora qualche fila per provare nei camerini capi dai prezzi scontati, ma anche in via Cola di Rienzo il via vai di gente con le buste in mano era continuo. «Sì è vero – risponde Polidori – i commercianti stanno continuando a vendere la merce in saldo e se consideriamo la crisi che stiamo vivendo questo è un segnale positivo, ma non ci aspettiamo che i saldi siano risolutivi di tutti i problemi». Il "tutto esaurito" per alcuni prodotti di abbigliamento c'è stato. A cominciare da piumini e capi pesanti in generale, a finire con scarpe e abbigliamento sportivo. Meno brillante l'andamento dell'intimo e degli accessori femminili come le borse. La spesa a consumatore si conferma tra 150 e 200 euro, a famiglia sale intorno ai 350 euro.