Bufera sui vigili urbani in manette due agenti e un geometra

Primi arresti nell'ambito dell'inchiesta che coinvolge 5 vigili urbani riguardante la richiesta di mazzette per il rilascio di licenze a commercianti. Per disposizione del giudice dell'indagine preliminare Filippo Steid sono finiti agli arresti domiciliari due vigili urbani e un geometra del Comune. Il reato ipotizzato per loro è quello di concussione. A richiedere il provvedimento sono stati i pubblici ministeri Ilaria Calò e Laura Condemi. L'accusa si riferisce alla pretesa avanzata da diversi dipendenti della polizia municipale di mazzette per il rilascio di autorizzazioni. Oltre che disporre i tre arresti il magistrato ha anche disposto una serie di perquisizioni. A denunciare i fatti erano stati qualche tempo fa il commerciante Paolo Bernabei e suo fratello Silvio titolari in Trastevere di una rivendita di vini. Il provvedimento firmato dal giudice Steid è stato emesso perchè secondo i pubblici ministeri sussiste il rischio che le persone ora arrestate avrebbero potuto reiterare il reato. Addirittura per i due vigili e il geometra i pubblici ministeri avevano sollecitato la detenzione in carcere. Le tre persone finite agli arresti sono le stesse che già erano iscritte nel registro degli indagati insieme con altri tre vigili urbani. Il provvedimento si riferisce a due specifici episodi di concussione. Il primo riguarda il commerciante Paolo Bernabei il quale secondo la sua denuncia aveva ricevuto una richiesta di 70mila euro pagandone poi solamente 30mila. Il secondo episodio invece riguarda un appartamento di via Natale Del Grande, nello storico quartiere della capitale. Al proprietario sarebbe stata chiesta una tangente e effettivamente per alcuni lavori abusivi i vigili avrebbero ottenuto 12mila euro. Sempre stamane come si è già detto sono state anche disposte perquisizioni domiciliari non solo per i tre arrestati ma anche per gli altri tre vigili che allo stato sono iscritti nel registro degli indagati. I FATTI Sono i vigili Duilio Valente e Giancarlo Vicari e il geometra Francesco Belmonte le tre persone finite agli arresti domiciliari, con divieto di comunicare con terzi se non stretti congiunti e avvocati, nell'ambito dell'inchiesta sulle tangenti pretese per chiudere un occhio su alcuni abusi edilizi. Per altri tre agenti della polizia municipale (Antonio De Stefanis, Spartaco Pierotti e Giampiero Capitani), il gip Filippo Steidl non ha ritenuto di emettere alcun provvedimento restrittivo. Per tutti e sei gli indagati, comunque, la procura di Roma aveva chiesto la misura del carcere. Concorso in concussione e tentata concussione, falso ideologico commesso da pubblico ufficiale, omessa denuncia e sostituzione di persona sono i reati formulati, a seconda delle posizioni, dai magistrati. Stando al capo di imputazione, tutti e cinque gli agenti della municipale più il geometra, nella veste di progettista e direttore dei lavori di edilizia commissionati da Paolo Bernabei, legale rappresentante della "Più blu srl", avrebbero rappresentato (in particolare Valente, vecchio conoscente della famiglia del commerciante, e De Stefanis) all'imprenditore "la necessità di adeguarsi a una prassi che prevedeva il pagamento ai vigili di somme di denaro extra e prospettando, in caso di mancata corresponsione, il concreto rischio di sopralluoghi da parte della sezione edilizia, finalizzati all'accertamento di abusi", inducendo così Bernabei, che aveva già pagato a Belmonte 9600 euro il 19 maggio 2010, a versare altri 30mila euro. Gli stessi indagati, poi, avrebbero indotto Silvio Bernabei, anche lui socio della stessa azienda come il fratello, a pagare, "all'insaputa di Paolo e al prospettato fine di evitare le conseguenze derivanti dalla presentazione di un dettagliato esposto anonimo da cui era conseguito l'accertamento di un abuso edilizio, altra somma del medesimo importo (30mila euro)", non riuscendo però nell'intento per il rifiuto del commerciante il quale "dapprima acconsentiva a consegnare 10mila euro e successivamente, scoperta la falsità dell'esposto, pretendeva e otteneva la restituzione del maltolto". In particolare, i vigili Vicari e Capitani, nella primavera del 2010, avrebbero prima fatto un sopralluogo nella sede della società in via della Luce 37/c "attestando falsamente la corrispondenza dei lavori edili in corso sia con la dia che con la variante in corso d'opera"; in seguito, nel giugno del 2011, Vicari e Pierotti avrebbero "attestato, dopo un ennesimo sopralluogo, di aver riscontrato, in difformità rispetto a quanto dichiarato nella dia e nella relativa variante, l'esistenza di un abuso per la realizzazione di un'area residenziale con aumento della volumetria". E ancora, gli agenti Vicari, Pierotti, De Stefanis e Capitani, al fine di indurre Silvio Bernabei a pagare i 30mila euro, avrebbero, secondo l'accusa, "formato una falsa scheda di segnalazione per presunta violazione urbanistica (esposto) recante la data 21 maggio 2011 a firma apparente di Marco Mancini". L'ultimo episodio, oggetto di contestazione da parte della procura, risale al 26 novembre del 2008 e riguarda il vigile Duilio Valente e il geometra Francesco Belmonte: i due, "in concorso fra loro e con altre persone non ancora identificate", avrebbero indotto Alberto Lingria e Stefania Federici, alle prese con i lavori di ristrutturazione di una casa in via Natale del Grande 8, e "al fine prospettato di ottenere l'indebito dissequestro dell'immobile, gia' sottoposto a vincolo a seguito di accertamento di abuso da parte del personale dell'ufficio edilizia di viale Trastevere, a versare 12mila euro (asseritamente da dividere fra sovrintendenza, architetto e avvocato), pur avendo già versato a Belmonte la somma di 4530 euro per le sue competenze".    ROMA CAPITALE SI COSTITUIRA PARTE CIVILE "Pieno sostegno e collaborazione nell'azione della magistratura nelle indagini contro funzionari infedeli. Roma Capitale e tutti i cittadini romani sono parte lesa nei reati di corruzione e concussione che vengono perpetrati nell'espletamento delle funzioni della pubblica Amministrazione Capitolina. Per questo la nostra Amministrazione si costituirà parte civile in tutti i processi che deriveranno da queste indagini". È quanto dichiara, in una nota, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.