Eur spa e consiglieri. Ecco i jolly del decreto

Una vittoria a metà dicono i pessimisti che sono, curiosamente, del Pdl. Soddisfatto invece il Pd. Il giorno dopo il voto della bicamerale al federalismo sul secondo decreto di Roma Capitale, centrodestra e centrosinistra rischiano di trasformare una bella carta elettorale in una semplice partita a ping pong nella quale il risultato non sembra né importante né determinante. Il dato di partenza è il riconsocimento dello status di Capitale. Il fatto che Roma viene equiparata alle province autonome di Trento e Bolzano la dice lunga sulle potenzialità che la legge ha concesso alla prima città d'Italia. In termini di autonomia decisionale per quanto riguarda economia e finanza, di peso politico riguardo ai rapporti istituzionali. Se è vero che la palla passa alla Regione che dovrà, con legge propria, trasferire le funzioni amministrative alla nuova «Roma Capitale», (urbanistica, trasporti, attività produttive e sociali) è altrettanto vero che viene istituito a Palazzo Chigi un tavolo di raccordo istituzionale Stato, Regione,Provincia e Roma Capitale per il trasferimento delle funzioni e di monitoraggio. Questa è una garanzia all'interesse comune, quello istituzionale che deve prescindere dal singolo. Alemanno, Polverini e Zingaretti non resteranno in carica a vita. Hanno però l'opportunità di realizzare una riforma storica per Roma e non solo. L'attuazione di un vero federalismo sulla e per la capitale è destinata a fare da apripista all'intero Paese. Due poi le cose da evidenziare nelle disposizioni finali della bicamerale nella parte degli inviti al governo. Torna infatti la cessione di Eur spa (stralciata nell'ultima bozza). Per quanto riguarda il trasferimento a titolo gratuito dei beni del patrimonio dello Stato non più funzionali, ad esempio le ex caserme, viene anche specificato: «il Governo individui e ponga in essere le iniziative idonee ad effettuare tempestivamente tale trasferimento, includendovi il patrimonio immobiliare di Eur spa», a tal fine gli immobili in questione potranno essere trasferiti anche mediante la partecipazione statale nel capitale della società. Un pacchetto di circa 700milioni. Ancora, si invita il Governo a valutare l'opportunità di intervenire nella sede parlamentare per la revisione in aumento del numero dei consiglieri dell'Assemblea capitolina. Proprio su questi ultimi aspetti si giocherà il tutto per tutto nelle elezioni del 2013. Il resto, anche se più importante, i cittadini lo toccheranno con mano solo con il nuovo sindaco.