Si volerà da Viterbo, la Ciociaria resta a terra

Dopo anni di progetti e di iscussioni ma anche di promesse e progetti l''aeroporto di Frosinone «non potrà esser niente di più che uno scalo locale: la nebbia e il volume del traffico non sono tali da poterne fare il secondo hub di Roma e prendere il posto di Ciampino». Lo ha affermato l'europarlamentare del Pdl, Antonio Tajani, nel suo intervento a Cassino press il Palazzo Municipale alla presentazione del libro «La nuova via per lo sviluppo del Lazio meridionale» sui primi cinque anni di attività del Cosilam (Consorzio sviluppo Lazio meridionale). Dal 2007 ad oggi il capluogo ciociaro ha sempre sperato in uno scalo che potesse in parte sostituire quello di Cassino e comunqie avrebbe voluto dividersi gli hub con l'aeroporto di Viterbo che il governo ha ormai deciso di realizzare. «Viterbo gode delle condizioni climatiche e di traffico» idonee a nutrire queste ambizioni, ha sostenuto Tajani. Quello di Frosinone, dimensioni contenute - ha aggiunto - può essere semmai lo scalo di riferimento delle imprese del territorio, funzionale alla loro internazionalizzazione e al trasporto dei prodotti locali. Magari, superando l'attrito tra Latina e Frosinone in materia si potrebbe pensare a uno scalo unico a servizio dell'economia delle due province«. Alla manifestazione cassinate ha partecipato anche l'euro deputato Pdl Alfredo Pallone che ha voluto fare un quadro più preciso della situazione. «Per Frosinone si è sempre parlato di uno scalo regionalizzato che non può esser fatto con soldi pubblici, ma in project. Entrando nel capitalesociale dell'Adf, la società chiamata a gestire la progettazione dell'infrastruttura, la Polverini ha dato un segnale di disponibilità, ma il finanziamento dell'opera con soldi pubblici è un'altra cosa, soprattuttose le aspettative sulle ricadute economiche non sono all'altezza dell'impegno necessario». «I piccoli aeroporti stanno chiudendo continua Pallone - perché non reggono la concorrenza. Ora se i privati vogliono investire, ben venga. Proporrò alla Polverini la messa a puntodi un bando, vedremo quanti si proporranno. Detto ciò, dobbiamo investire sulle infrastrutture viarie, anche tra Frosinone e Roma, in modo da avere una provincia all'altezza dei suoi compiti» «Per far ripartire lo sviluppo, bisogna far leva su diversi asset. Primo tra tutti quello di rendere più competitivo il mercato del lavoro come già avviene in tanti paesi europei. Più in generale abbiamo bisogno di uno Stato innovativo e moderno, in cui gli imprenditori possano contare su risorse primarie come l'energia i cui costi siano quanto meno gli stessi che si pagano altrove e dove ci sia una giustizia civile che non sia ostativa rispetto a chi ha la capacità e la voglia di fare impresa nel nostro Paese. Non di meno è necessario saper usare i fondi che l'Europa mette a disposizione». La Regione Lazio ha sempre cercato di trovare uno soluzione anche in questa fase di crisi con studi di fattibilità ma ovviamente Viterbo ha sempre mostrato di essere avvantaggiata. Una grande battaglia nella tuscia condotta da sempre dal sindaco Marini che ha anche istituito un assessorato ad hoc per l'aeroporto. «Tutti sappiamo quanto le infrastrutture siano importanti per lo sviluppo. - A parlare è Mario Abbruzzese, presidente del Consiglio regionale del lazio che per anni ha ricoperto la carica di presidente del Cosilam - In questo territorio abbiamo lavorato in passato, attraverso il Cosilam, sulle reti immateriali e sui servizi tecnologici, abbiamo dimostrato che quando c'è un valido gioco di squadra che sa andare anche oltre gli schieramenti politici, si ottengono ottimi risultati per il bene del territorio, tanto più se ci sono interlocutori importanti come la Fiat e l'Università di Cassino che insieme hanno saputo creare il Polo della Logistica. È con esperienze come questa che anche il pubblico si prepara ad affrontare le sfide del mercato e quelle del lavoro e dell'occupazione».