Agricoltura La burocrazia frena lo sviluppo

L'agricolturaha bisogno di scelte forti e identitarie per ragionare sul presente e avere un futuro. Lo chiede alla Regione la Coldiretti Lazio, riunita ieri nella sala della Pisana, per i propri stati generali. Un'assemblea aperta, con la partecipazione degli assessori al Bilancio, Stefano Cetica, all'Agricoltura, Angela Birindelli, all'Ambiente, Marco Mattei, del presidente della commissione Francesco Battistoni e del presidente del consiglio regionale Mario Abbruzzese. Coldiretti vola alto su progettualità, sviluppo del territorio e occupazione ricordando che «nel Lazio l'agricoltura ha dimostrato di avere numeri per competere a forza di primati», poi deve planare e chiedere alla Regione di «eliminare la burocrazia» a favore delle imprese. «Le risorse non possono essere riconsegnate al mittente (Ue) come per i 52 milioni destinati all'ambiente e sembra ormai persi - ha detto Massimo Gargano presidente di Coldiretti Lazio - per il Piano di sviluppo rurale non possiamo permetterci il disimpegno automatico». Su questo l'assessore Birindelli ha risposto prontamente: «Tra le priorità c'è quella di semplificare e velocizzare la pesante macchina amministrativa - ha detto -. Lo snellimento delle procedure del Psr ne sono una testimonianza tangibile. Ma sono consapevole che c'è ancora molto da fare». Anche perché la crisi delle imprese è dura e ormai troppo lunga. «La concertazione ha prodotto risultati - ha ricordato Gargano - ma dopo 18 mesi si deve arrivare a portare in discussione le proposte di legge sui km0 e sulla rintracciabilità». Su accesso al credito, crisi del kiwi, nuove competenze ai Caa (i "caf" agricoli) la Regione risponde «di pensare seriamente a cose concrete dato che nel Lazio - precisa il presidente della Pisana Mario Abbruzzese - l'agroalimentare rappresenta il 2% del Pil regionale e il 10% di quello nazionale». Ma non basta. Coldiretti intende andare avanti nelle vertenze per il latte bovino e ovino dal prossimo 23 novembre quando la Birindelli ha convocato il tavolo con la parte industriale a seguito della manifestazione dei giorni scorsi. «Risposte chiare su questi temi - ha detto il direttore Coldiretti Aldo Mattia - permettono alle imprese di sopravvivere. Non possiamo per ogni crisi scendere in piazza ma se necessario siamo pronti a farlo per tutelare imprese e consumatori». Ma forse non ce ne sarà bisogno se si darà seguito coi fatti alle parole che vedono tutti d'accordo nell'attribuire un valore strategico a un settore che merita rispetto e riscatto. Cinzia Tralicci