"Non chiudete Valle Fiorita" Incatenati per protesta

Il 15 novembre Valle Fiorita, clinica convenzionata con il San Filippo Neri in via di Torrevecchia, chiude. Vanta crediti nei confronti dell'ospedale pari a circa 18 milioni di euro: la proprietà senza quei soldi non può più andare avanti, così nei giorni scorsi ha inviato una circolare al personale, 115 lavoratori tra infermieri professionali, ausiliari e tecnici di laboratorio, saranno licenziati. Inutili gli incontri in Regione, vane le richieste di essere collocati al San Filippo Neri, cosa che accadrà per il personale medico che è direttamente dipendente dell'ospedale, o in altri presidi sanitari. E ieri è partita la protesta, che ha visto una decina di donne che perderanno il posto, incatenarsi davanti alla clinica e indossare una maglietta nera con su scritto «Abbiamo il diritto di lavorare». Raffaella Santilli si fa portavoce della protesta: «Ci appelliamo al sindaco, al presidente della Provincia, al presidente della Regione perché trovino una soluzione. La maggior parte di noi lavora qui da più di dieci anni e ha tra i 45 e i 50 anni, cosa farà? Come potrà trovare posto altrove con questa crisi che c'è?». In realtà un incontro in Regione con la proprietà di Valle Fiorita c'era stato alcuni mesi fa, ma la proposta della Regione, ci racconta Raffaella, ovvero di trovare 120 posti in Rsa per tutelare i lavoratori, non è piaciuta alla proprietà, che l'ha rifiutata. «Chiediamo alle istituzioni di non lasciarci soli – continua Raffaella – a noi non importa di stare per forza qui se la proprietà ha deciso di chiudere la clinica. Quello che chiediamo è di lavorare in altre strutture sanitarie perché sappiamo bene che i posti ci sono, basta un po' di buona volontà». Sorridono le protagoniste della protesta mentre sventolano striscioni con su scritto «...altro che indignati, noi siamo incazz...», ma gli animi sono tutt'altro che allegri. Franca Minicucci ha un figlio di 25 anni, un marito disoccupato: «Se perdo il posto non posso più neanche pagare le bollette», dice. Dora, invece, ha anche una figlia che lavora a Valle Fiorita, a perdere il posto sarà anche la ragazza. La storia di Annamaria è ancora più triste: «Ho due figli a carico, quello più grande che frequentava l'Università l'ha lasciata perché mi ha detto che deve pensare a me, quindi si troverà un lavoro al più presto». E poi c'è Lucia Rigoni, che teme che la sua età, 46 anni, possa essere di impedimento per un nuovo posto di lavoro, Margherita, con una figlia a carico, Teresa con un marito invalido. Intanto Valle Fiorita perde i pezzi. Fino a marzo c'erano il reparto di chirurgia plastica, di dermatologia, di urologia, oggi resta solo cardiologia e ambulatorio dentistico per un totale di 90 pazienti che saranno trasferiti al San Filippo Neri. E ieri le donne che hanno animato la protesta hanno mandato un fax al sindaco Alemanno: «Speriamo che almeno lui possa fare qualcosa», commenta con amarezza Raffaella prima di raggiungere le sue compagne e incatenarsi di nuovo di fronte al portone della clinica.