Duemila «cattivi» in marcia su Roma

Partirannoda tutta Italia, circa cento persone per ogni regione. La maggior parte arriverà con mezzi propri, soprattutto automobili. Non sceglieranno infatti treni e pullman per sbarcare in una città che da giorni sta già affrontando contestazioni e proteste in centro. Anche ieri gli indignati hanno continuato a portare avanti un corteo, non autorizzato, in via Nazionale, dopo aver contestato due giorni fa il convegno a Bankitalia, dove era presente anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. «Yes we camp, occupy Rome, il 15 ottobre non torniamo a casa, porta anche tu una tenda», è lo slogan dei manifestanti. Alcune decine di giovani da mercoledì notte si trovano accampati davanti al palazzo delle Esposizioni con tende e sacchi a pelo: l'edificio è stato chiuso per motivi di sicurezza. E la loro intenzione è proprio quella di fare lo stesso domani, cominciando a bloccare la circolazione della città eterna con insediamenti veri e propri. I più violenti, che proverranno soprattutto da centri sociali di tutta Italia, previsti anche black bloc, vogliono invece occupare un palazzo del Potere. La giornata contro il debito, quella di domani, è dunque l'occasione per gli indignati non pacifici di compiere azioni violente. E per evitare i controlli a tappeto previsti sulle consolari principali che portano nel cuore della città e quelli alle stazioni dei treni, le teste calde utilizzeranno le automobili. La maggior parte di loro dovrebbe partire dal Veneto e dalla Toscana e invece piccoli gruppi da regioni come le Marche e l'Abbruzzo. Le avvisaglie di come sono organizzati i manifestanti si possono capire dalle azioni, per ora pacifiche, avvenute ieri in via Nazionale. Un centinaio di giovani hanno tentato di aggirare i blindati delle forze dell'ordine per raggiungere le vie del rione Monti. Ma gli uomini in divisa hanno bloccato la loro avanzata, facendoli tornare in via Nazionale. «Se non passa il dragone non passa nessuno e Roma anche oggi è bloccata», hanno urlato i manifestanti davanti ai blindati di polizia e carabinieri. Intanto il questore Francesco Tagliente, il comandante provinciale dei carabinieri Maurizio Mezzavilla, il prefetto Giuseppe Pecoraro e il sindaco Gianni Alemanno stanno decidendo quali misure prendere per garantire un alto livello di sicurezza per la città. La Capitale sarà infatti divisa in un sistema a «zone». Ogni funzionario delle forze dell'ordine gestirà un'area che gli è stata assegnata. Già da qualche giorno i singoli responsabili stanno effettuando bonifiche e sopralluoghi nei punti sensibili della propria zona. Non è escluso comunque che saranno principalmente due le zone rosse entro le quali i manifestanti non potranno entrare. Le vie e le piazze off limits dovrebbero essere stabile oggi durante un altro incontro tra i rappresentanti delle forze dell'ordine. «Quando comprimiamo la libertà di espressione lo facciamo per garantire la sicurezza, dunque useremo la forza quando incontreremo la violenza», ha detto il capo della polizia Antonio Manganelli. Ieri sera, infine, alcune decine di indignati hanno sfilato con il «dragone» fino a via XX Settembre per raggiungere il ministero dell'Economia.