Ventiquattro positivi alla tubercolosi

Salgono a ventiquattro i bimbi risultati positivi al test della tbc. Gli ultimi otto, tre femmine e cinque maschi, si sono aggiunti ieri. Le famiglie sono già state messe al corrente. Cinque sono nati a marzo, uno ad aprile, uno a giugno e uno a luglio. E resta incerta la «posizione» di Serena, una piccola ricoverata al Bambino Gesù. Sempre ieri la governatrice del Lazio ha annunciato che saranno sottoposti agli esami anche i 208 nati al Policlinico nel mese di febbraio. Una decisione maturata dopo che i medici hanno notato il numero consistente di casi positivi dei nati a marzo. «Ho chiesto di estendere i controlli - ha rassicurato la presidente della Regione - solamente per precauzione. Non vogliamo creare allarmismi, è solo per maggiore sicurezza». Con i 156 fissati ieri, gli appuntamenti per le analisi sono passati a 1016. Sempre la Polverini ha annunciato di aver aperto un'indagine sanitaria, epidemiologica e amministrativa. In parallelo continua l'inchiesta della Procura. Ieri il procuratore aggiunto Leonardo Frisani, che per ora non ha ipotizzato reati, ha ascoltato il direttore sanitario del Policlinico, Andrea Cambieri, come persona informata dei fatti. Durante l'interrogatorio Cambieri si è soffermato sul lasso di tempo intercorso dal momento in cui all'infermiera malata di tubercolosi è stata diagnosticata la malattia a quando si è deciso di sottoporre i bambini alle analisi. Il direttore ha precisato che quei giorni sono serviti innanzitutto a programmare, con la Asl e la Regione, la procedura di avvertimento dei genitori dei piccoli nati tra marzo e luglio. Poi ad allestire la struttura nella quale sottoporre i bimbi ai test, organizzare il personale medico e paramedico, predisporre una terapia, in caso di positività, e decidere come comunicare con i mass media. Come si sono susseguiti gli eventi è ormai chiaro. L'infermiera malata ha lavorato nel nido di Neonatologia al Gemelli. Il 25 luglio è il suo ultimo giorno di lavoro. Il 27 luglio il pronto soccorso accerta la sua positività alla tbc: è malata. La documentazione viene spedita alla Asl RmE e all'assessorato alla Sanità del Lazio. Nei primi di agosto si compone un'unità di crisi che deve decidere come affrontare il problema. Si susseguono le riunioni, mentre tutto il personale sanitario che è stato a contatto con l'infermiera esegue gli esami anti-tbc che danno risultati negativi. L'unità, nelle riunioni dell'8 e del 10 agosto, definisce il numero di bambini da richiamare per i controlli. Sono 1271 quelli a rischio contagio. Il 16 agosto la Asl avverte i genitori e li invita a presentarsi con i figli per fare le analisi, che iniziano giovedì 18 agosto. Gli inquirenti stanno valutando, grazie anche al lavoro dei carabinieri dei Nas, se tutto è filato liscio.