Muore bimbo: "Trasferito in ritardo"

I genitori lo avevano chiamato Riccardo. Era il loro primo figlio, in quanto una precedente gravidanza si era interrotta con un aborto. Ma il bambino, nato con un parto cesareo nell'ospedale Belcolle di Viterbo il primo agosto scorso, è morto 12 giorni dopo al Bambino Gesù di Roma, dove era stato trasportato poche ore dopo la nascita per essere sottoposto a un delicato intervento chirurgico necessario a correggere una grave malformazione cardiaca. Un problema che non era stato diagnosticato dall'ecografia morfologica. Dopo il parto, il bambino era stato trasferito come da routine nel reparto di pediatria. È lì che i medici avevano stilato la diagnosi: «trasposizione dei grandi vasi». Poi il trasferimento a Roma, a bordo di una cicogna, un'ambulanza attrezzata, giunta appositamente dal Bambino Gesù. Nel corso della stessa notte l'intervento. Nei giorni successivi, però sono emersi problemi al cervelletto causati dalla scarsa ossigenazione. E le condizioni di Riccardo sono peggiorate progressivamente. Il 12 agosto, il decesso. «Nostro figlio è morto - dicono ora i genitori - per la concomitanza di una serie di circostanze: dall'ecografia morfologica che non ha rilevato il problema cardiaco al ritardo con il quale è stato trasferito da Viterbo a Roma e cioè oltre sei ore dopo il parto». Secondo loro avrebbe contribuito anche il fatto che l'ospedale di Belcolle, pur essendo il principale nosocomio della Tuscia, non è dotato di strutture per curare casi come quelli di Riccardo. Di diverso avviso il direttore sanitario della Asl di Viterbo Marina Cerimele: «Il piccolo è stato assistito dalla equipe neonatologica sia in sala parto che in terapia intensiva neonatale, dove è stata fatta la diagnosi e subito attivato il servizio trasporto emergenza neonatale. Quindi non c'è stato alcun ritardo nel trasferirlo al Bambino Gesù».