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Dalle 4 alle 6 ore di attesa media per essere visitati in un giorno normale al pronto soccorso del San Camillo-Forlanini; nei festivi e prefestivi si arriva ad aspettare anche 8 ore per un condice bianco o un codice verde

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D'estate,con il personale in ferie e il blocco del turn-over, la situazione è anche peggiore. E ancora: spazi angusti, mancanza di organizzazione, carenza di personale. A lanciare l'allarme sulla gestione dell'azienda ospedaliera di Circonvallazione Gianicolense è il segretario provinciale della Uil-Fpl all'indomani dell'inaugurazione dell'Arena cinematografica con la governatrice Renata Polverini e la star hollywoodiana Woody Allen. «L'idea di aprire l'ospedale al territorio trasformandolo in arena cinematografica per cittadini e degenti è condivisibile, ma periterebbe come presupposto un ospedale funzionante ed efficiente - sostiene Dominici - La cineterapia dovrebbe essere una plusvalenza, e invece...» Invece, secondo il segretario provinciale della Uil-Fpl il San Camillo soffre «di una molteplicità di problemi» che con la «fase di ambientamento» del nuovo direttore generale Aldo Morrone non sembrano essersi attenuati. «Oggi l'idea del cinema suona più come un veicolo per nascondere i problemi che come un elemento per risolverli», sostiene Dominici, favorevole in linea di massima all'iniziativa. Il problema semmai riguarda l'organizzazione del lavoro direttamente collegato alla scarsa efficienza dei pronto soccorso degli ospedali della Capitale dovuta «ai tagli effettuati dalla giunta Marrazzo prima e da quella Polverini poi». I «deficit organizzativi e strutturali» sono resi poi ancora più evidenti dall'introduzione del ticket, il cui pagamento è non è possibile nei giorni festivi e dopo le 17 nei giorni feriali. «Non vorremmo che a fronte di ciò si dovesse ricorrere a un artifizio per dover scongiurare un eclatante deficit amministrativo trasformando i codici bianchi in verdi per poter prestare comunque la dovuta assistenza», dice Dominici. Stessi problemi anche nel pronto soccorso pediatrico (una struttura da 25 mila accessi nel 2010 e che nei primi mesi del 2011 ha avuto un'impennata di pazienti): durante i giorni festivi e prefestivi c'è un solo pediatra di guardia e spazi angusti. Scontata la conseguenza: il pronto soccorso si trasforma in un imbuto con attese record. Presso il dipartimento di anatomia e istologia, invece, è previsto un organico di 26 tecnici, ma in servizio ce ne sono solo 15 che, con spirito di abnegazione e professionalità anche in condizioni di estrema difficoltà garantiscono comunque oltre 34.500 prestazioni annue. Una carenza organica che caratterizza, secondo la Uil-Fpl, ogni reparto e profilo professionale del San Camillo, con il rischio che si debba ricorrere alla privatizzazione dei servizi interni. Un rischio che al San Camillo si sarebbe già tramutato in realtà. «Dal direttore generale vorremmo sapere ad esempio - conferma Dominici - che servizio svolge la Allianz, una società che fornisce macchinari in comodato d'uso e affitta personale. Un servizio oneroso, che vale diversi milioni di euro e di cui vorremmo capire l'utilità. Il governo regionale per risparmiare deve investire, non può far finta di niente e nascondersi dietro spot propagandistici. Il primo investimento da fare consiste nell'assumere personale, visto che l'organico, al San Camillo come in qualsiasi altro ospedale, è ridotto all'osso». I progetti di rilancio non mancano: il teleconsulto medico e clinico, la realizzazione della rete Hub dell'emergenza. Così come non mancano le eccellenze chirurgiche, cardiologiche, toraciche e dei trapianti che fanno del San Camillo Forlanini un centro d'eccellenza di riferimento nazionale. Il direttore generale Aldo Morrone sta studiando l'ipotesi di aprire i servizi dell'ospedale sette giorni su sette. Un'idea che trova d'accordo i sindacati, ma a determinate condizioni. «Le carenze organizzative e strutturali potrebbero essere risolte con semplici provvedimenti ed esborsi di poche migliaia di euro. Tenere a perti i servizi tutta la settimana è una vecchia proposta della Uil-Fpl - conclude Dominici - Ma il sistema deve essere strutturato, deve funzionare a pieno regime e garantire turni di lavoro normali e retribuzioni adeguate. Gli operatori già lavorano al limite dello stressi fisico psicologico per garantire i normali standard assistenziali».

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