Incontro con la Polverini per accelerare la riforma

Gli scatoloni sono ancora vuoti, ma pronti per essere riempiti al terzo piano del Palazzo Senatorio, dove ci sono le stanze del vicesindaco. Il senatore Mauro Cutrufo, soddisfatto per l'investitura ufficiale da parte del segretario Pdl Angiolino Alfano, si occuperà per il partito delle riforme degli enti locali, di Roma Capitale e delle città metropolitane. E del suo «sogno» più grande, istituire quella Costituente per costruire in un clima di sano confronto con tutte le rappresentanze politiche il futuro del Paese, quelle riforme costituzionali attese da anni. Onorevole Cutrufo, uscire dal Campidoglio per le quote rosa, ha un po' il sapore della beffa no? «La vera sconfitta è che una città come Roma sia condizionata nella sua complessa gestione da numeri non rappresentativi, mi riferisco ai 60 consiglieri e ai 15 assessori indicati dalla riforma di Roma Capitale. Alemanno ha sempre avuto il forte impegno ad onorare la quota rosa e pensava di poterlo fare con la legge approvata in Parlamento e dunque con la possibilità di allargare la sua giunta a 15 assessori». Lei è da anni il promotore della riforma di Roma Capitale, un paradosso non le pare? «Affatto. Anzi. Con questo importante ruolo che il partito mi ha chiamato a ricoprire avrò forse maggiore opportunità di portare a compimento questo lungo percorso che dia finalmente a Roma il ruolo e la dignità che merita. Vorrei ricordare che, al di là dell'essere Capitale, Roma non è mai stato un Comune ma o uno Stato o un Governatorato». Il secondo decreto è bloccato alla Regione però. «La presidente della Regione sa perfettamente che la città di Roma ha bisogno di un'approvazione veloce della legge già approvata dal Parlamento con voto bipartisan. Giustamente la Polverini si è presa il tempo necessario per verificare e garantire le prerogative della Regione, ma il tempo è scaduto, occorre fare in fretta altrimenti a fine ottobre decadrà tutto l'impianto della riforma». Quindi si incontrerà con la Governatrice? «Chiederò un incontro e sono convinto che insieme potremmo evidenziare le criticità eventuali della riforma e superarle in piena condivisione. Del resto la legge non intacca i poteri della Regione ma rafforza quelli della Capitale». Veniamo al Campidoglio, cosa le lasciano questi tre anni da vicesindaco? «La grande soddisfazione di aver fatto il vicesindaco della città che amo, nella quale sono nato e cresciuto e che da anni ho l'onore di servire. La mia passione per Roma si è tramutata in realtà. Certo ho faticato moltissimo facendo sempre il sindaco d'estate e vorrei ricordare che sono qua senza percepire emolumenti. Ma non ho rimpianti. Adesso, dopo tre anni di continuo lavoro andrò finalmente un po' in ferie». Cosa le mancherà di questo studio? «Il suo affaccio sui Fori Imperiali. Consiglio a Sveva Belviso di utilizzare questa magnifica vista per distendersi e capirà che guardando questa Storia comprenderà ancora di più il privilegio di servire questa città». E ad Alemanno cosa dice? «A questo punto dell'esperienza di governo valuterei il bicchiere: noi lo presentiamo come mezzo pieno, l'opposizione come mezzo vuoto. La scommessa è quella di colmarlo in questi due anni di tempo anche avvalendosi del gruppo consiliare che ha maturato l'esperienza sufficiente per un nuovo mandato».