Sparita una valigia di Simmi. I pm: una guerra tra bande

«Per una serata passata con una ragazza sono stato punito pure troppo». Flavio Simmi, ucciso due giorni fa in Prati con nove colpi di pistola, era convinto che la gambizzazione di febbraio fosse una vendetta per un rapporto sessuale avuto con una giovane diversi anni fa. Lo ha raccontato la stessa vittima agli amici durante una cena avvenuta la scorsa settimana, il giorno in cui gli erano stati tolti i ferri dalla gamba potendo così ricominciare anche a guidare: per cinque mesi, infatti, Simmi veniva trasportato dalla moglie Paola Petti. Dal giorno dell'agguato a piazza Monte di Pietà, dove Flavio aveva una gioielleria «Compro Oro», sono state diverse le minacce che ha subito, compresi proiettili che gli sono stati inviati a casa. Ma lui, secondo quanto riferito dagli stessi amici, non era preoccupato per la sua incolumità, tanto che svolgeva una vita normale, senza nascondersi. Un mese e mezzo fa era stato anche convocato dai carabinieri del Ris per fargli visionare i risultati investigativi effettuati su un mozzicone di sigaretta e su un capello. Probabilmente materiale rinvenuto sul luogo dell'agguato di febbraio. Sul fronte delle indagini, condotte dalla Direzione distrettuale antimafia, spunta anche una valigetta che Simmi teneva in auto quando lo hanno ammazzato e che sarebbe stata portata via dai banditi. Per ora è giallo sul suo contenuto. Ma sotto i riflettori ci sarebbe anche un luogo: «Re Mida», un edificio dove, secondo alcuni testimoni, si concentra il mercato nero dell'oro. Qui diversi gioiellieri, in particolare alcune famiglie, acquistano a prezzi stracciati. Per gli inquirenti, comunque, si potrebbe trattare di una guerra tra bande per controllare il territorio. Il mirino della Squadra Mobile non è puntato, quindi, solamente sulla Banda della Magliana: «Parlare del gruppo della Magliana può essere riduttivo - sostengono gli inquirenti - anche se dall'operazione "Colosseo" del 1993 in poi alcuni personaggi hanno continuato a essere presenti nel panorama della malavita». Anche per questo motivo il fascicolo sulla gambizzazione è stato unito a quello dell'omicidio di Simmi. «Il delitto non viene inquadrato come episodio isolato legato esclusivamente a questioni personali, familiari o sentimentali - spiegano in procura - stiamo prendendo seriamente in esame tutto un contesto di criminaliltà ed è questo il motivo per cui è impegnata la Dda». Per individuare i killer di Simmi, gli investigatori stanno passando al setaccio la vita di Flavio e del padre Roberto, le amicizie e i rapporti di lavoro: la vittima si occupava, ad esempio, della contabilità degli esercizi commerciali del padre (un'osteria romana e una gioielleria). Anche ieri, intanto, è stata interrogata la moglie di Simmi, Paola Petti, ancora sotto choc, presente al momento dell'omicidio del marito: nelle prossime ore davanti agli agenti potrebbe sedersi anche il papà. Anche dalle immagini registrate dalle telecamere presenti in via Grazioli Lante e nelle vie limitrofe, quelle cioè usate dai banditi per fuggire in sella a uno scooterone nero, potrebbero emergere elementi per individuare e arrestare gli assassini.