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Ignoranti che scambiano il pestaggio vigliacco per una forma di onore

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Dall'ignoranzanasce la paura del diverso, dello straniero, dell'«altro». E la paura crea violenza. I teppisti autori dell'aggressione di Monti si erano arrogati il diritto, scrive il giudice per le indagini preliminari nell'ordinanza cautelare, di controllare il territorio dagli «intrusi». E questo atteggiamento ha armato la mano del gruppo che ha massacrato il chitarrista finito in coma. In questo humus desolante sono, evidentemente, cresciuti i giovani arrestati nei giorni scorsi. I primi due hanno spiegato, cercando di giustificare così il loro gesto, che avevano «solo colpito Alberto con un calcio quando era a terra». Il terzo, secondo i testimoni, avrebbe picchiato il musicista già finito sul selciato con il suo casco. A tutto ciò si aggiungono i commenti solidali di qualche imbecille che su facebook scrive: «Onore a loro! Ragazzi non mollate che il giudice vi scarcera presto...». Ma qual è l'idea di onore di questi ventenni? E che onore ci può essere nel picchiare una persona inerme, già stordita da pugni e calci sferrati dai loro complici? Avranno studiato, quando ancora erano costretti sui banchi della scuola dell'obbligo, quello che accadde nel 1530 in Toscana tra Francesco Ferruzzi e Fabrizio Maramaldo, da cui la celebre frase «Vile, tu uccidi un uomo morto!»?. Ferruzzi, già gravemente ferito nella battaglia tra fiorentini, da lui comandati, e filospagnoli, venne ucciso con una pugnalata da Maramaldo e prima di morire gli lanciò quelle parole come uno sputo in faccia. Da allora il verbo «maramaldeggiare» indica chi approfitta dei più deboli. Il saluto romano ostentato da uno dei bulli, poi, prima di essere scimmiottato da nazisti e fascisti, era usato dai legionari dell'antica urbe, che nel film di Ridley Scott ripetono spesso lo slogan «Forza e onore». Ma che onore c'è nel colpire un giovane uomo già stordito dalle percosse, sanguinante, steso a terra? Quello che dovrebbero provare gli aggressori è un solo sentimento: la vergogna. Ma forse sono troppo ignoranti per capirlo.

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