Armi già affilate per la successione

Un fulmine a ciel sereno. Così ha reagito la politica capitolina all'arresto del presidente di Confcommercio Roma, Cesare Pambianchi. I primi (quasi gli unici) a commentare sono stati la presidente della Regione, Renata Polverini e il sindaco Alemanno. «Ho appena saputo la notizia e sono molto dispiaciuta - ha reagito la governatrice - Mi auguro che Pambianchi dimostri la sua innocenza, comunque come sempre confidiamo nel sistema giustizia del nostro Paese». Di dispiacere parla Alemanno che punta subito a spegnere il fuoco delle polemiche poltiche. «Ho appreso questa notizia con dispiacere e mi auguro che Pambianchi abbia modo di dimostrarsi innocente rispetto all'accusa che gli viene mossa. Mi auguro anche - ha aggiunto Alemanno - che nessuno voglia strumentalizzare e fare sciacallaggio politico su questo arresto. Ricordiamoci di quando, fino a pochi giorni fa, Pambianchi era corteggiato da tutti i versanti politici». In effetti il leader di Confcommercio Roma è sulla breccia da anni, a prescindere dal colore politico della giunta capitolina o regionale, Pambianchi è sempre stato punto di riferimento della politica commerciale della Capitale. E nonostante la delusione per non aver coronato il sogno di una vita, quello della presidenza della Camera di Commercio, Pambianchi ha continuato a combattere a volte a ragione, a volte per piglio. I rapporti con il sindaco, raffreddati proprio in seguito alla nomina di Cremonesi alla guida della Camera di Commercio, non hanno intaccato l'importanza dell'associazione dei commercianti nelle decisioni cittadine. Da ultima quella sulla data dei saldi di fine stagione. «Colpito» dalla notizia dell'arresto anche il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti: «Spero che Pambianchi sappia dimostrare la sua estraneità nella vicenda». Curiosamente degli esponenti del mondo sindacale a parlare è soltanto Luigi Scardaone, segretario generale della Uil di Roma e del Lazio. «Sono personalmente rammaricato per l'arresto di Cesare Pambianchi fermo restando la piena fiducia nella giustizia, che deve comunque fare il suo corso - commenta - come sindacalista dirimpettaio di un dirigente di associazione, non posso dimenticare che Cesare Pambianchi è stato il Presidente di Confcommercio Roma che ha avuto il coraggio di rinnovare un contratto territoriale che era fermo da ventinove anni, così come non va sottaciuto il coraggio di avviare assieme al sindacato, la cassa di assistenza integrativa territoriale per le lavoratrici ed i lavoratori del commercio del turismo e dei servizi di Roma e Provincia. Mi auguro ed auguro a Cesare - continua Scardaone - che si tratti di uno spiacevole equivoco che venga chiarito nel tempo più breve possibile, così come mi auguro che una parola chiara venga detta nelle sedi deputate e non si dia luogo ad uno squallido processo mediatico. L'economia romana che resterà senz'altro scossa da questo increscioso fatto, conclude Scardaone, deve trovare al suo interno la forza di risollevarsi e di andare avanti». Il resto? Tace. Per questo, al di là delle note ufficiali e della solidarietà espressa dal comitato di Confcommercio Roma, che si è riunito poco dopo la notizia dell'arresto del suo presidente, lo scenario politico che si delinea intorno a Pambianchi ci racconta un'altra storia. Spesso in questi ultimi mesi Pambianchi è stato isolato nelle sue battaglie mostrando una spaccatura sul fronte del commercio capitolino della quale, forse oggi, se ne coglie la misura più vera. Nonostante l'inchiesta che ha coinvolto il leader della Confcommercio Roma riguardi esclusivamente la sua attività di commercialista e nulla questio sul lavoro di rappresentante di categoria, l'idea è che presto ci sarà un sostituto di Pambianchi. La corsa a prendere il suo posto, insomma, non si è aperta ieri.