Disabile in catene coperta di insetti

Nuda, coperta di insetti, sdraiata su un materasso lurido sul pavimento dentro uno stanzino di 10 metri quadrati, pieno di avanzi di cibo e pannoloni sporchi. Un appartamento al terzo piano di uno dei palazzoni in via Oderisi Da Gubbio, a 300 metri da piazzale della Radio, è diventato la casa degli orrori per una disabile mentale di 59 anni: reclusa in casa, forse addirittura per 16 lunghi anni dal suo compagno settantenne, titolare di un forno a Trastevere, che incassava la sua pensione sociale. E chissà per quanto tempo ancora la donna sarebbe vissuta da prigioniera, dentro una casa con lucchetti ovunque, anche ai pensili della cucina, senza l'intervento del Gruppo sicurezza sociale e urbana (Gssu) della polizia municipale, diretto da Carlo Buttarelli. Tre giorni fa è stata liberata. E ora che è al sicuro in una casa famiglia, i suoi parenti si sono fatti avanti. A inizio anno, sul tavolo del comandante Buttarelli arriva un esposto anonimo. Racconta una storia terribile: quella di Rosa (ma il nome è di fantasia), sparita fra le mura domestiche. Raramente ricompare affacciata nuda sul balcone. Buttarelli prende il racconto sul serio. Sguinzaglia i suoi uomini a viale Oderisi da Gubbio. Appostati, riescono a fotografare Rosa quando si affaccia sulla strada. Gli agenti si fanno avanti. La storia di Rosa riemerge dai racconti di vicini di casa e negozianti. Rosa e il suo compagno si conoscono negli anni '80. Lei non ancora trentenne è già sofferente. «Ma si vedeva in giro - racconta chi l'ha conosciuta - Poi le sue uscite diventano rare». Qualcuno la sente battere i pugni contro la porta di casa, dove spesso si odono grida. Scattano le segnalazioni. Intervengono gli assistenti dei Servizi sociali. Ma l'uomo è bravo a mentire. Durante le ispezioni fa trovare la casa pulita. Mostra le ricette dei medici, fa credere di aver cura di lei. Invece Rosa è prigioniera. L'epilogo, tre giorni fa. I vigili urbani con i pompieri sono pronti a buttare giù la porta per entrare. Non servirà. Grazie alla collaborazione di un familiare che apre la porta di casa. Il carceriere viene arrestato. «Roma Capitale, per la prima volta in un caso del genere, è pronta costituirsi parte civile quando ci sarà il processo» annuncia l'assessore alle Politiche sociali, Sveva Belviso. Il delegato del sindaco alla Sicurezza Giorgio Ciardi si congratula per il delicato lavoro investigativo del Gssu.